Anche la Sicilia apre all’equo compenso
L’equo compenso per i professionisti diventa “prassi” anche in Sicilia.
A sancire la determinazione dei compensi professionali nel rispetto della legge 172/2017 è un atto di indirizzo del presidente della Regione, Sebastiano Musumeci, del 28 agosto scorso. In particolare i parametri da prendere a riferimento sono quelli previsti nel caso delle procedure concorsuali e stabiliti con decreti ministeriali. Viene anche precisato che nei contratti non dovranno rientrare “clausole vessatorie” né essere previsti servizi aggiuntivi a titolo gratuito.
Nel documento si legge che queste disposizione mirano a superare un fenomeno che ha preso piede negli ultimi anni dove amministrazioni locali hanno applicato compensi non in linea con le prestazioni o addirittura compensi simbolici.
Basta ricordare la sentenza del Consiglio di Stato, la 4614/2017, che dichiarò legittimo un bando del Comune di Catanzaro che prevedeva il compenso simbolico di un euro per il professionista. Fu proprio questa sentenza a riportare l’attenzione sulla necessità di prevedere per i professionisti dei “minimi garantiti” venuti meno con l’eliminazione delle tariffe fatta nel 2006.
Gli avvocati ad aprile hanno costituito un nucleo di monitoraggio sulla corretta applicazione dell’equo compenso da parte dei clienti forti (banche, assicurazioni e grandi aziende) e dei parametri da parte dei giudici. Anche i dottori commercialisti hanno deciso di attivarsi sul territorio «gli ordini locali - anticipa il consigliere nazionale Giorgio Luchetta - saranno chiamati a sensibilizzare gli enti locali sull’equo compenso».
La Sicilia è la terza regione a deliberare in merito dopo Toscana (delibera 29 del 6 marzo 2018) e Puglia (delibera 469 del 27 marzo 2018).
Roma, palcoscenico ideale per riflettere su lavoro e costituzione
di Filippo Maria Giorgi