Welfare

Assegni familiari, l’Inps fissa i limiti di reddito per il 2023

I valori sono stati adeguati all’inflazione

di Mauro Pizzin

L'Inps ha rivalutato, in base al tasso d'inflazione, i limiti massimi di reddito familiare ai fini della cessazione o riduzione degli assegni familiari e delle quote di maggiorazione di pensione, nonché i limiti di reddito mensili per l'accertamento del carico ai fini del diritto al percepimento degli assegni. I nuovi valori sono stati allegati dall'Istituto alla circolare 28/2023.

Dopo l'introduzione dell'assegno unico universale (marzo 2022) la maggiorazione non è più riconosciuta ai nuclei familiari con figli e orfanili.Si ricorda che gli importi delle prestazioni spettano nella misura di 8,18 euro mensili ai coltivatori diretti, coloni, mezzadri per fratelli, sorelle e nipoti; di 10,21 euro mensili ai pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi e ai piccoli coltivatori diretti per coniuge e fratelli, sorelle e nipoti; di 1,21 euro mensili ai piccoli coltivatori diretti per i genitori ed equiparati.

La disposizione riguarda i soggetti esclusi dalla normativa sugli Anf e quindi i coltivatori diretti, coloni, mezzadri, piccoli coltivatori diretti e i pensionati delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi, a cui continua a essere applicata la normativa delle quote di maggiorazione di pensione.

Le tabelle allegate sui limiti di reddito familiare per il 2023 in base al tasso d'inflazione programmato per il 2022 (pari all'1,5%) vanno applicate dal 1° gennaio scorso e nella stessa maniera vanno aggiornate le procedure di calcolo delle pensioni in conformità ai nuovi limiti.Tutto ciò premesso, per il 2023 il limite di reddito risulta fissato in 793,93 euro per il coniuge, per un genitore, per fratelli, sorelle e nipoti e in 1.389,38 euro in caso di presenza di due genitori ed equiparati.

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