Rapporti di lavoro

Assunzioni extra Ue con il decreto flussi: passaggio solo formale ai centri per l’impiego

Il vincolo di cercare profili disponibili sul territorio italiano non porta quasi mai al lavoro. Non c’è nessun obbligo di aderire alle offerte per i percettori di reddito di cittadinanza e di Naspi

I centri. Sono 551in Italia

di Bianca Lucia Mazzei e Valentina Melis

Mentre il decreto legge 20/2023 approvato dal Governo dopo la tragedia di Cutro apre all’accesso di lavoratori extra Ue e semplifica gli adempimenti necessari per l’ingresso, la procedura di verifica dell’ indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio italiano prevista dal decreto flussi per il 2022 (Dpcm del 29 dicembre 2022) rischia di essere solo un adempimento formale e un aggravio a carico dei centri per l’impiego.

Il decreto flussi 2022 ha regolamentato il controllo già previsto dal Testo unico sull’immigrazione (Dlgs 286/1998, articolo 22) stabilendo che, prima di chiedere lavoratori extracomunitari da inquadrare con rapporti subordinati, le imprese debbano presentare una richiesta al centro per l’impiego competente per territorio, in modo da dare priorità all’occupazione degli italiani o degli stranieri già regolarmente presenti nel nostro Paese. Secondo gli operatori si tratta però di un passaggio burocratico che non porta quasi mai all’assunzione.

Le nuove regole

Per far fronte alla carenza di manodopera lamentata dalle imprese, il Governo, con il decreto legge 20/2023, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 59 del 10 marzo, ha semplificato le procedure in vista dell’emanazione di prossimi decreti flussi. Nel triennio 2023-2025, per le quote aggiuntive non sarà necessario presentare una nuova domanda, ma si attingerà a quelle già inoltrate e non accolte. Velocizzati anche i tempi di rilascio del nulla osta.

Verifica di indisponibilità

Il Dl non tocca però la necessità di verificare l’indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio. Un passaggio che, per il decreto flussi 2022 sta avvenendo proprio in questi giorni: deve infatti precedere la richiesta di lavoratori stranieri fissata per il 27 marzo, giorno del click day. I datori di lavoro che intendono sfruttare i 30.105 posti riservati ai lavoratori extra Ue non stagionali, stanno presentando ai centri per l’impiego il modulo predisposto dall’Anpal. Il Cpi pubblicizza la richiesta e propone alle aziende le persone disponibili. Se il lavoratore non si presenta, non viene ritenuto idoneo o se il Cpi non risponde entro 15 giorni, il datore può presentare la richiesta per il lavoratore straniero.

Secondo gli operatori interpellati dal Sole 24 Ore del Lunedì, questa procedura non consegue, però, quasi mai l’obiettivo di trovare un lavoro agli italiani o agli stranieri regolari. «Per le imprese è un passaggio amministrativo indispensabile per partecipare al decreto flussi e non una ricerca effettiva di personale», dice Paola Cicognani, direttore dell’Agenzia per il lavoro dell’Emilia Romagna. «Abbiamo ricevuto 491 offerte - continua - per 1.107 lavoratori e abbiamo candidato 448 persone: a oggi nessuno è stato preso. È vero che le procedure sono in corso ma per molti si sono già chiuse». In Liguria, le richieste arrivate dalle aziende ai centri per l’impiego «sono quasi 300 - dichiara l’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche attive Augusto Sartori - e riguardano oltre mille lavoratori ma nella generalità dei casi i curricula proposti non trovano le aziende disponibili a dirottare su questi lavoratori l’interesse all’assunzione».

In Veneto la verifica di indisponibilità avviene già da alcuni anni, con la pubblicazione dei profili ricercati dalle aziende, come spiega Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro: «La probabilità che l’azienda interessata al decreto flussi scelga i candidati preselezionati da noi è molto bassa, perché spesso hanno già individuato i profili che cercano per mestieri particolari».

Poco efficace rispetto all’obiettivo di offrire un’opportunità lavorativa a italiani o a stranieri regolari, questa procedura è però gravosa per i centri per l’impiego. «In via ordinaria - spiega da Milano Simone Cerlini, capo divisione lavoro di Afol Metropolitana - i centri della nostra area gestiscono mensilmente 240 vacancies proposte dalle aziende. Fino al 7 marzo, solo per il decreto flussi, ne abbiamo ricevute 280. Per ora abbiamo proposto 55 profili per 22 posizioni».

Il reddito di cittadinanza

La procedura indicata dal decreto flussi prevede che i Cpi pubblicizzino in modo adeguato le offerte delle imprese. «È tutta un’altra cosa rispetto alle offerte congrue che devono essere accettate dai titolari del reddito di cittadinanza per non perdere il sussidio», spiega Paola Cicognani. «Le offerte congrue - continua - devono essere personali, mentre quelle del decreto flussi sono disponibilità che pubblichiamo sul nostro portale e alle quali tutti possono aderire in modo volontario, compresi i percettori del reddito di cittadinanza». I titolari del sussidio non hanno quindi alcun obbligo di accettarle, come anche i disoccupati che percepiscono la Naspi.

Anche i tempi sono stretti: le aziende che chiedono i lavoratori devono avere una risposta entro 15 giorni, ma quando i Cpi contattano i disoccupati per le offerte tramite Pec o raccomandata (come accade ad esempio nell’area metropolitana di Milano), i tempi previsti sono più lunghi.

LE NOVITÀ IN ARRIVO

1 Scorrimento
Quote aggiuntive senza nuove istanze

Il decreto legge approvato dal Governo prevede che per il 2023-2025 il decreto flussi diventi triennale e che, se saranno varati altri decreti flussi, per le quote d’ingresso aggiuntive potranno essere considerate le domande già presentate dalle imprese e non accolte perché eccedenti rispetto alle quote stabilite. Nel 2022 le istanze sono state oltre 200mila a fronte dei 69.700 ingressi previsti dal decreto flussi.

2 Semplificazioni
Nulla osta veloci e permessi più lunghi

Il nulla osta al lavoro dovrà essere rilasciato anche se non sono state acquisite dalle Questure le informazioni sugli elementi ostativi (se vengono accertati scatta la revoca). Il nulla osta consentirà di lavorare anche nella fase di attesa della firma del contratto di soggiorno. Il decreto legge fissa inoltre in tre anni la durata dei rinnovi per i permessi di soggiorno per lavoro a tempo indeterminato, autonomo e per ricongiungimento familiare.

3 Permessi aggiuntivi
Con la formazione ingressi extra-quote

Oltre alle quote stabilite dai decreti flussi, il decreto legge consente l’ingresso in Italia di lavoratori extracomunitari che hanno frequentato corsi di formazione professionale e civico-linguistica organizzati sulla base dei fabbisogni indicati dal ministero del Lavoro e dalle associazioni di categoria del settore interessato. La domanda di visto va presentata entro sei mesi dalla fine del corso, corredata dalla conferma della disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro.

4 Settore agricolo
Richieste respinte: corsia prioritaria

I datori di lavoro agricoli che con il click day del 27 marzo presenteranno domanda per i lavoratori extracomunitari sulla base del decreto flussi 2022 e che non saranno risultati assegnatari di tutta o parte della manodopera richiesta potranno ottenere i lavoratori nell’ambito dei decreti flussi emanati nel corso del triennio, in via prioritaria rispetto ai nuovi richiedenti, ma sempre nei limiti della quota assegnata al settore agricolo.

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