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Contratti di espansione prorogati al 2025

L’estensione, con alcune modifiche, è contenuta nella bozza del decreto legge Milleproroghe che rinvia anche la riforma dello sport

di Giorgio Pogliotti e Matteo Prioschi

In arrivo una proroga per il biennio 2024-2025 del contratto di espansione. Per gli accordi stipulati dal 1° gennaio 2023 è previsto un ampliamento delle imprese che possono accedere a questo strumento: per il raggiungimento della soglia minima di 50 dipendenti, infatti, si considera valido anche il contratto di rete. Inoltre si dimezza da mille a più di 500 lavoratori la soglia occupazionale necessaria per incrementare la dote pubblica che abbatte i costi dell’esodo in caso di incremento delle assunzioni. È prevista una riduzione dei costi di esodo per le imprese che compiono un’assunzione ogni tre esodati, nel caso in cui almeno il 50% dei neoassunti abbia meno di 35 anni: la riduzione dei versamenti a carico del datore di lavoro, per un importo calcolato sulla base dell’ultima mensilità di spettanza teorica della prestazione Naspi al lavoratore, vale per ulteriori ventiquattro mesi, anziché per dodici mesi.

Le novità sono contenute tra le misure del ministero del Lavoro inserite nella bozza del decreto Milleproroghe, che interviene sullo strumento introdotto sperimentalmente dal Dl 34/2019 e prorogato da ultimo per il biennio 2022-2023 dalla legge di Bilancio 2022: la relazione tecnica stima in 18mila la platea di lavoratori a meno di 60 mesi dalla maturazione dei requisiti pensionistici che potranno uscire con il contratto d’espansione. Lo strumento è utilizzato nei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese che comportano una strutturale modifica dei processi aziendali finalizzati al progresso e allo sviluppo tecnologico dell’attività, con l’esigenza di modificare le competenze, prevedendo l’assunzione di nuove professionalità.

Il contratto d’espansione viene prorogato per gli anni 2024 e 2025 per le aziende che occupano oltre 50 dipendenti per un periodo non superiore a 18 mesi, anche non continuativi calcolati complessivamente, nelle ipotesi di aggregazione stabile di imprese con un’unica finalità produttiva o di servizi, includendo per il periodo dal 2023 al 2025 le imprese che abbiano sottoscritto un contratto di rete. Secondo i dati del Registro imprese delle Camere di Commercio elaborati da InfoCamere, i contratti di rete hanno raggiunto quota 6.154 coinvolgendo oltre 36mila imprese distribuite in tutto il territorio nazionale (il dato è di maggio 2020): si tratta di una platea di micro e piccole imprese che assorbono quasi un milione di addetti, di cui il 98% sono dipendenti.

Sempre nella bozza del Milleproroghe, viene disposto il rinvio di sei mesi per l’entrata in vigore della riforma dello sport contenuta nel decreto legislativo 36/2021. Invece che dal 1° gennaio le nuove disposizioni dovrebbero entrare in vigore il 1° luglio 2023. La proroga ieri è stata chiesta da commercialisti e consulenti del lavoro. Questi ultimi hanno anche affermato che la riforma contiene previsioni «in totale contrasto con le disposizioni generali che disciplinano la tenuta del libro unico del lavoro e dei connessi adempimenti previdenziali, che sono regolati con riserva dalla legge 11 gennaio 1979 numero 12».

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