Previdenza

Da luglio «Dis-coll» estesa ad assegnisti e dottorandi

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di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

La Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i collaboratori, diventerà strutturale dal 1° luglio e sarà estesa, per la prima volta, anche «ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio». La copertura arriverà da un innalzamento dello 0,51% dell’aliquota contributiva destinata all’assistenza (oggi pari allo 0,72% - che quindi salirà a 1,23%), che per un terzo grava sui lavoratori e per due terzi sulla committenza, mentre non verrà toccata l’aliquota previdenziale, congelata al 25 per cento.

La commissione Lavoro della Camera ha acceso ieri in tarda serata semaforo verde all’emendamento al Ddl su lavoro autonomo e smart working, del relatore, Cesare Damiano (Pd), concordato con il governo, che universalizza le tutele per i co.co.co, compresi quelli a progetto, dopo che con il «Milleproroghe», con 19,2 milioni di euro, è stata garantita continuità all’ammortizzatore fino al 30 giugno.

Secondo il testo atteso il 6 marzo in Aula - dopo aver acquisito i pareri delle commissioni competenti (in primis la Bilancio) -dal 1° luglio scatterà la soluzione a regime: l’aumento della contribuzione pari complessivamente allo 0,51% interesserà i collaboratori (gli iscritti esclusivi alla gestione separata - non, per esempio, le partite Iva che in pensione svolgono lavori autonomi), gli assegnisti e i dottorandi di ricerca con borsa di studio - a cui la Dis-coll viene estesa -, oltre ad amministratori e sindaci. Toccherà all’Inps monitorare gli oneri della misura, e relazionare, prontamente, a Mef e ministero del Lavoro.

«Si conferma la volontà di rendere questo strumento strutturale in coerenza con la disciplina complessiva del lavoro autonomo non imprenditoriale contenuta nella legge delega», ha sottolineato, soddisfatto, il ministro Giuliano Poletti (Lavoro). «È il completamento del Jobs act», ha aggiunto Marco Leonardi, a capo del team di economisti di palazzo Chigi.

Altra novità, l’ampliamento delle tutele agli iscritti alla gestione separata (non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali). Entro 12 mesi il governo è delegato ad emanare un Dlgs per estendere le prestazioni di maternità (incrementando il numero di mesi precedenti al periodo indennizzabile entro cui individuare le tre mensilità di contribuzione dovuta), e a incrementare la platea di beneficiari dell’indennità di malattia. Il tutto sarà autofinanziato con l’aumento massimo di 0,5 punti percentuali dell’aliquota di contributo alla gestione separata. «Rispetto al testo originario che già conteneva miglioramenti per professionisti e partite Iva - ha commentato il relatore Cesare Damiano (Pd) - abbiamo aggiunto tutele specifiche per gli iscritti alla gestione separata, valorizzando il principio universalistico, analogamente a come è stato fatto nel Novecento con il lavoro dipendente».

Quanto allo smart working, considerato come una modalità di svolgimento del lavoro subordinato, è stato introdotto un chiarimento: la possibilità di fare riferimento ai trattamenti previsti dai contratti nazionali stipulati dai sindacati più rappresentativi.

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