Dal tutoraggio al finanziamento così si incassano piccoli prestiti
Tutti dentro. Gli esclusi dall’accesso ai finanziamento attraverso le strade ordinarie dei crediti bancari possono trovare un appiglio nei piccoli prestiti imprenditoriali gestiti dall’Ente nazionale per il microcredito che stanno dimostrando di essere una scelta apprezzata da imprese e professionisti (si veda il Sole 24 Ore del 9 luglio). Con un portafoglio di 25mila euro che può arrivare in qualche caso anche a 35mila euro (in corso d’opera), il microcredito in Italia sta facendo la sua parte nella difficile partita di trainare le piccole imprese e i professionisti fuori dalle secche della crisi.
Il microcredito imprenditoriale consente ai beneficiari di usufruire delle fideiussioni erogate dal Fondo di garanzia per le Pmi (si veda articolo in alto). In questo modo anche chi non può offrire garanzie reali alle banche a fronte del prestito, otterrà comunque un finanziamento grazie alla garanzia dello Stato. L’ente ha siglato convenzioni con 25 istituti di credito ramificati in 6mila filiali sparse sul territorio nazionale. Altrettanto capillare è la presenza dei cosiddetti tutor, per lo più commercialisti, che seguono passo passo le richieste di credito, dalla prima valutazione alla realizzazione del progetto e anche dopo: oggi sono 346 ma sono destinati ad aumentare.
L’iter
Si parte con la richiesta in una delle banche convenzionate con l’Enm che a fronte della mancanza di una garanzia reale inviano la registrazione della domanda al sistema automatizzato dell’ente. Qui parte subito la domanda di assistenza a uno dei tutor presente sul territorio. Se si tratta, ad esempio, di un professionista che chiede un prestito per avviare lo studio - spiega l’Enm - sarà contattato e inviato a incontrare il cliente il tutor più vicino che abbia esperienza nell’ambito in cui si vuole operare e che quindi sia in grado di valutare la validità del progetto per cui si chiede il finanziamento.
Entro cinque giorni dalla richiesta il tutor incontrerà il cliente e successivamente, se il matching tra know how e progetto sarà valutato positivamente, procederà con la stesura del business plan che sarà inviato alla banca. A questo punto l’istituto darà il via alle operazioni di prestito con un esito positivo 9 volte su 10, come spiega l’Ente nazionale per il microcredito.
La banca quindi contatta il Fondo di garanzia per le Pmi per chiedere la fideiussione statale sul finanziamento. Una volta ottenuto l’ok del Fondo, la banca eroga il prestito.
Le procedure sono abbastanza rapide: in tutto - tutoraggio e delibera bancaria - poco più di tre mesi. Ma l’ente spiega che in qualche caso i tutor riescono a intervenire anche in una sola settimana abbattendo di molto i tempi di erogazione dei finanziamenti.
Il prestito
A questo punto il professionista o l’impresa otterrà il finanziamento a tasso fisso con una durata minima di 24 mesi e una massima di 60. La garanzia del Fondo coprirà fino all’80% del prestito: la banca quindi potrebbe richiedere garanzie personali (ma mai reali) a copertura della sola quota non garantita dal Fondo.