Decontribuzione, dote di 1,9 miliardi
Tre anni di “zero contributi” per chi assume con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. La “dote” messa a disposizione dalla legge di stabilità per il 2015 è di 1,9 miliardi, dal momento che sarà lo Stato ad accollarsi la spesa per i contributi per non penalizzare i lavoratori.
Verranno azzerati i contributi, sia il 32,70% a carico dell'azienda che il 9,19% a carico del lavoratore. Per le imprese intenzionate ad assumere, dal prossimo anno il beneficio si potrà cumulare con l'abolizione della componente “costo del lavoro” dalla base imponibile Irap, con un forte effetto moltiplicatore. «Via gli alibi per chi vuole assumere, con zero contributi per chi assume con un contratto a tempo indeterminato» è lo slogan con cui ieri sera il premier Matteo Renzi ha illustrato nella conferenza stampa di palazzo Chigi la misura.
Per un lavoratore assunto con contratto a tempo indeterminato che ha un reddito lordo di 24.093 euro, secondo le simulazioni fatte con l'aiuto del coordinatore scientifico della Fondazione studi Consulenti del lavoro, Enzo De Fusco, abbiamo calcolato che per l'impresa il costo totale tra il 2014 e il 2015 si ridurrà da 35.604 a 26.707 euro, con un vantaggio economico di 8.895 euro, conseguito grazie all'azzeramento dei contributi (oggi incidono complessivamente per 9.300 euro) e la cancellazione della componente lavoro dall'Irap (oggi incide per 1.509 euro). In sostanza il peso degli oneri indiretti si ridurrà del 36,27%, passando dall'attuale 47,7% all'11,5per cento. Con un sensibile vantaggio per il lavoratore che avrà un netto annuale più alto di 1.434 euro, visto che la somma realmente percepita in dodici mesi salirà dagli attuali 17.908 euro a 19.342 euro. Si tratta, in sostanza, di 119,5 euro in più che il lavoratore dovrebbe percepire mensilmente il prossimo anno, per effetto delle due misure contenute nella legge di stabilità.
È possibile ipotizzare anche, in linea di massima, quale sarà la platea di lavoratori destinatari della misura “contributi zero” per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Vanno chiariti ancora diversi aspetti attuativi dell'operazione, a partire dal fattore “tempo”. Trattandosi di incentivi rivolti alle imprese che assumono nel 2015 con contratto a tempo indeterminato, c'è da aspettarsi che saranno legati al decollo del contratto a tutele crescenti (a tempo indeterminato) previsto dal Ddl delega Jobs Act, all'esame della commissione Lavoro della Camera che sarà approvato entro fine anno. I decreti delegati dovranno essere emanati entro i sei mesi successivi. Ipotizzando che il Dlgs sia pronto a maggio, 1,9 miliardi dovrebbero essere spalmati su sette mesi. In questo caso i 9.300 euro di sgravio contributivo annuale diventerebbero 5.425 euro, e sarebbero destinati, alla copertura di oltre 350mila assunzioni. Il beneficio andrebbe a 204mila assunzioni se, invece, si partisse dal 1° gennaio 2015.
Nell'ultimo rapporto sulle comunicazioni obbligatorie del II trimestre 2014, tra i 2,6 milioni di rapporti di lavoro attivati i contratti a tempo indeterminato erano solo 403mila, il 15,2% del totale. La strategia delineata ieri da Renzi, punta a dare un forte impulso al ricorso al contratto a tempo indeterminato, che dal 2015 diventerà più conveniente per le imprese anche sul fronte dei costi, oltrechè sul piano normativo. Il ministro Poletti si è spinto più in avanti ed ha fissato un'asticella: «dovrà rappresentare il 30-35% delle nuove assunzioni».
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di Filippo Maria Giorgi