Agevolazioni

Decontribuzione fino a 6mila euro per chi assume giovani under 36

Come vincolo l’azienda è tenuta a incrementare gli addetti

di Claudio Tucci

Una decontribuzione totale, fino a 6mila euro annui, per tre anni, per chi assume a tempo indeterminato giovani sotto i 36 anni, donne e percettori di reddito di cittadinanza. La misura, annunciata dal premier, Giorgia Meloni, ieri nella conferenza stampa per illustrare le novità previste dalla manovra per il 2023 (non c’è ancora un testo definitivo) dovrebbe valere per i nuovi contratti a tempo indeterminato, stipulati a partire dal 1° gennaio, e per la conversione di un rapporto a termine in contratto stabile.

La misura avrebbe un paletto, come ha lasciato intendere lo stesso presidente del Consiglio: l’azienda è tenuta a incrementare l’occupazione. «Quindi - ha spiegato Meloni - non beneficerà dello sgravio chi licenzia un dipendente per assumerne uno nuovo». L’intervento, spiegano fonti di governo, è una prima applicazione del principio «Più assumi e meno paghi», contenuto nel programma del centrodestra.

Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha poi annunciato di aver iniziato l’interlocuzione con la Ue per il mantenimento della decontribuzione Sud anche nel 2023. «Abbiamo già provveduto a notificare alla Commissione europea la prosecuzione di interventi di decontribuzione al Sud che anche per il 2023 intendiamo portare avanti», ha spiegato il titolare del Lavoro. La misura, rafforzata fino al 2029 con la legge di Bilancio 2021, vale per le assunzioni nelle regioni meridionali, con un meccanismo di esonero a decalage (30% fino al 2025, 20% per 2026 e 2027, 10% per 2028 e 2029), ma necessita di preventiva autorizzazione da parte della commissione Ue. A giugno scorso è arrivato il via libera fino a dicembre 2022, e ora serve la nuova proroga. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Inps, la decontribuzione Sud ha interessato, da gennaio ad agosto, oltre 946mila rapporti. Sempre in tema di assunzioni, si interviene sul lavoro stagionale, viste le difficoltà lamentate anche questa estate a reperire le figure necessarie per via dell’effetto spiazzamento del reddito di cittadinanza. In manovra, ha aggiunto Meloni, è prevista la compatibilità del lavoro stagionale con il reddito di cittadinanza entro 3mila euro.

Altra novità è il dimezzamento dell’aliquota fiscale applicata ai premi di produttività. Oggi i premi di produttività sono tassati con una cedolare secca del 10% fino a 3mila euro annui, per redditi fino a 80mila euro. Le somme, come noto, sono riconosciute ai dipendenti al raggiungimento di incrementi di produttività, di redditività, qualità, efficienza e innovazione, ma la crisi e i paletti molto rigidi messi dall’Agenzia delle Entrate per far scattare la tassazione agevolata stanno penalizzando la diffusione dell’istituto. Se poi il premio di produzione si converte in welfare è esentasse. Bene, l’esecutivo ha deciso di rilanciarli, dimezzando la tassazione, abbassandola, cioè, dal 10 al 5 per cento.

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