Muovendo dall'esame della nozione di distacco comunitario e dopo verla confrontata con quella di diritto interno, proponiamo un'analisi sul distacco infragruppo effettuato in Italia da imprese stabilite in uno stato membro di cittadini di paesi terzi (extra Europa) che, almeno aderendo ad un'interpretazione letterale dell'art. 27, comma 1-bis del D.lgs. n. 286/1998, dovrebbe soggiacere al generale regime autorizzatorio previsto dal T.U., con seri dubbi circa la sua piena conformità con il diritto dell'UE. Viene, infine, trattata per questi lavoratori, ai fini dell'ingresso nel territorio Italiano, la questione del preliminare rilascio del visto di ingresso da parte della rappresentanza diplomatica Italiana del paese di invio.
Nell'ambito degli strumenti finalizzati a favorire la mobilità transnazionale del lavoro, la disciplina del distacco dei lavoratori oltre i confini nazionali occupa, in considerazione sia degli aspetti previdenziali che per le condizioni di occupazione e lavoro, una posizione di rilievo. Peraltro, la variegata fenomenologia, come suole indicarsi mobilità transnazionale del lavoro, declinata nelle fonti comunitarie come distacco, pone dei problemi di coordinamento con la disciplina nazionale, specie...
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