Rapporti di lavoro

Equo compenso professionisti, ok della Camera all’unanimità

Ora il testo passa al Senato. Sisto: «Arrivare il prima possibile all’approvazione». Si applicano i parametri per i committenti forti: soddisfatti gli Ordini

di Federica Micardi

Il disegno di legge sull'equo compenso per i professionisti, a firma Giorgia Meloni e Jacopo Morrone, è stato approvato mercoledì 25 gennaio dall'Aula della Camera all'unanimità, con 253 voti. Il testo ora dovrà passare al Senato.

La norma

La norma impone ai cosiddetti “contraenti forti”, e cioè pubblica amministrazione, banche assicurazioni e imprese con più di 50 dipendenti o con un fatturato superiore a 10 milioni di euro di riconoscere un compenso che sia proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale e conforme ai parametri per la determinazione dei compensi previsti dalla legge.

Le voci della politica

Per il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto «Il via libera all’unanimità della Camera all’equo compenso è una grande soddisfazione». Sisto auspica che il Senato dimostri altrettanta saggezza per arrivare il prima possibile all’approvazione definitiva.

La responsabile professioni di Fratelli d'Italia Marta Schifone parla di «un provvedimento di giustizia e di dignità»; Schifone sottolinea l’importanza di aver messo un “primo paletto legislativo” che potrà anche essere migliorato o implementato. «Si tratta del primo passaggio di un percorso di riforma complessivo del mondo professionale che porteremo avanti in questi anni» promette Schifone.

L’onorevole Andrea de Bertoldi (FdI), coordinatore della consulta dei parlamentari commercialisti , sottolinea come questo Governo sia finalmente intervenuto per risolvere i “danni” causati soprattutto ai giovani professionisti dall’eliminazione delle tariffe avvenuta nel 2006 con le famose “lenzuolate”.

Le professioni

Soddisfazione anche da parte del mondo delle professioni soprattutto ordinistiche. Il presidente dei commercialisti Elbano de Nuccio parla di una tappa importante sulla via di un più ampio riconoscimento delle tutele per i professionisti e di un’inversione di tendenza molto significativa nell’atteggiamento della politica nei confronti dell’universo delle libere professioni.

Plauso anche dall'avvocatura. La presidente del consiglio nazionale forense Maria Masi parla di una legge di civiltà che mette un freno ai comportamenti elusivi e prevaricatori dei clienti forti nei confronti dei professionisti e sottolinea l’importanza di questa norma per l’attuazione del Pnrr.

Il Ddl approvato alla Camera, secondo il presidente del notariato Giulio Biino, ripristina il principio costituzionale, per lungo tempo mortificato, secondo il quale la dignità del lavoro passa anche attraverso la congruità del corrispettivo.

Principio che però, per il presidente dei consulenti del lavoro Rosario De Luca deve essere ampliato, il prima possibile, per includere, senza limitazioni, l’intera platea dei soggetti privati tra quelli obbligati a corrispondere un compenso equo. Anche il presidente degli architetti Francesco Miceli, che parla di un importante passo in avanti soprattutto verso i giovani professionisti, ritiene sia fondamentale l’ampliamento della committenza tenuta al rispetto dei principi dell’equo compenso. Sulla stessa linea il presidente degli ingegneri Angelo Domenico Perrini che sottolinea come un compenso equo mette la committenza e, in maniera più ampia, la società a riparo da pericolose gare al ribasso che rischiano di pregiudicare la qualità delle prestazioni offerte.

ProfessionItaliane, l’associazione che riunisce il Comitato unitario delle professioni e la Rete professioni tecniche esprime soddisfazione ma evidenzia che il testo ha margini di miglioramento: «vanno definiti i limiti dell’azione disciplinare per la violazione dell’applicazione dei parametri – dichiara l’associazione - evitando eccessi nell’applicazione».

Anche Confcommercio, che giudica positivamente il voto dell'Aula, evidenzia che l’intero impianto del Ddl è basato sul modello di regolamentazione delle professioni ordinistiche e si limita ai rapporti di natura convenzionale; un limite che andrà superato.

Il segretario nazionale di Assoprofessioni – e presidente Lapet - Roberto Falcome parla di un traguardo importante, per tutti i professionisti, ordinistici e non al contempo, però, esprime rammarico per il fatto che si sia persa l’occasione di introdurre ulteriori misure migliorative.

Molti auspicano una celere approvazione anche da parte del Senato, un appello in tal senso arriva dal Consiglio nazionale forense, dall’Ocf (Organismo congressuale forense), dall’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), dai Consigli nazionali di architetti e ingegneri, dalla Fondazione Inarcassa solo per citarne alcuni.

Le voci critiche

Insoddisfatta per questa approvazione “sprint” l’onorevole Chiara Gribaudo (Pd), vicepresidente della Commissione Lavoro, che stigmatizza il sistema sanzionatorio che ricade sul professionista che accetta un equo compenso invece che sul committente.

Forti critiche anche da alcune associazioni professionali. Attraverso un comunicato congiunto i presidenti di Adc e Aidc (commercialisti), Inarsind (architetti), Asso ingegneri e architetti, Plp (psicologi) dichiarano che è stata persa l’ennesima occasione di dotare il Paese di una legge che potesse rappresentare una garanzia di legalità e giusta remunerazione per oltre un 1,5 milioni di professionisti, dando vita ad un’evidente stortura che punisce la vittima e non il colpevole.

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