Gli sgravi contributivi meritano più risorse
Lo sgravio contributivo sulle somme previste dai contratti collettivi di secondo livello, pur con piccole varianti sul tema, è operativo dal 2008. Nella nuova veste introdotta dalla legge 247/2007 la facilitazione, imbarcando nel tempo aggiustamenti di vario tipo, è riuscita nell'intento, vale a dire distribuire risorse collegandole alla produttività aziendale.
Il riconoscimento della riduzione dei contributi ha trovato la sua collocazione all'interno della contrattazione e nel contesto dello sviluppo produttivo e competitivo dell'azienda. Le somme messe a disposizione per finanziare lo strumento, dapprima transitorie sono divenute definitive e di sostanziale consistenza con l'avvento della legge Fornero. Strada facendo si è giunti anche a superare alcune criticità legate ai criteri di accesso, arrivando a eliminare l'odioso click day, rimasto operativo per una sola stagione e allargando il campo della contrattazione applicabile, sino a ricomprendervi le intese oggetto di accordi di prossimità.
Va tuttavia osservato che, se da un lato la misura è stata migliorata, dall'altro è sopraggiunto un sostanziale e progressivo depauperamento delle risorse disponibili che negli ultimi anni sono state ampiamente utilizzate per altre finalità come le ricongiunzioni pensionistiche non onerose ma, soprattutto e in particolare, per il finanziamento degli ammortizzatori in deroga, stante anche il mancato decollo dei fondi di solidarietà settoriali.
Non vi è alcun dubbio sul fatto che l'attuale legislazione non escluda i dirigenti dal beneficio. Forse, in relazione al continuo assottigliarsi delle risorse e considerando l'entità delle retribuzioni dei dirigenti, non sarebbe inimmaginabile un intervento legislativo che modifichi la normativa nell'intento di realizzare una diversa distribuzione di quanto disponibile, agevolando maggiormente i lavoratori con stipendi più bassi in linea, peraltro, con quanto già avviene per la detassazione.
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