Rapporti di lavoro

I «paraveterinari» debuttano tra i corsi professionalizzanti

di Bruno Eugenio

Le lauree professionalizzanti spalancano le porte anche ai “paraveterinari”. Una delle quattro nuove classi di laurea citate dal Consiglio universitario nazionale(Cun) nel suo parere (su cui si veda Il Sole 24 Ore di lunedì 10 dicembre) che - insieme a Professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali; Professioni tecniche industriali e dell’informazione e Professioni tecniche per l'edilizia e il territorio - sono sul tavolo del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, per ottenere il riconoscimento definitivo.

Paraveterinari

L’obiettivo dei corsi che la Federazione nazionale degli Ordini veterinari potrà attivare con gli atenei interessati lo mette nero su bianco il Cun. E cioè «formare tecnici qualificati in grado di svolgere attività utili a coadiuvare e supportare la professione di medico veterinario nel settore degli animali da compagnia, in quello degli animali utilizzati a fini scientifici e delle specie non convenzionali». Come per tutte le lauree a orientamento professionale anche questa deve prevedere l’attribuzione di 180 crediti, di cui almeno 48 per le attività di tirocinio sulla base di convenzioni che prevedano in particolare l'identificazione di figure di tutor interne alle imprese, aziende o studi professionali che operino in collaborazione con figure interne agli atenei. Alle indicazioni che riguardano tutte le nuove classi di laurea il Cun aggiunge una postilla ad hoc per i “paraveterinari”. Nella formazione di queste figure almeno 6 Cfu vanno assegnati a ciascuno degli ambiti “Discipline dell’etica, delle tecniche di comunicazione e dell’organizzazione aziendale” e altrettanti alle “Discipline delle scienze infermieristiche e dell’igiene veterinaria” delle attività formative caratterizzanti. A cui ne vanno aggiunti 12 per le attività laboratoriali.

Le altre tre classi di laurea

Le altre classi di laurea riconosciute dal Cun interessano tre ambiti in cui le università di fatto si sono già mosse, d’intesa con gli Ordini interessati, nell’organizzare i 14 corsi a orientamento professionale che hanno debuttato quest’anno. E che magari subiranno un aggiustamento in corso d’opera proprio per effetto delle proposte dell’organo consultivo del Miur presieduto da Carla Barbati. A cominciare dalle Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio che puntano a formare geometri e periti industriali laureati.Soffermandosi sulle indicazioni “su misura” per questo corso spiccano il peso delle attività laboratoriali (24 crediti) e il lungo elenco di insegnamenti con relativi Cfu: dai 6 per “Topografia e cartografia” e “Estimo” e “Disegno” ai 3 per “Scienza delle costruzioni” e “Composizione architettonica e urbana”. Altrettanto dettagliate - e tripartite - le indicazioni “speciali” per le Professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali. Una per ogni ambito. Chiudono il gruppo quelle unitarie - e semplificate - per le Professioni tecniche industriali e dell’informazione, che secondo il Cun dovrebbero dare diritto a un’apposita sezione del Collegio professionale dei periti industriali laureati. Ai 24 Cfu per i laboratori ne vengono aggiunti 12 per un generico «ambito caratterizzante tale sezione».

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