Il Covid taglia i contratti di secondo livello
Effetto Covid sui contratti di secondo livello: si riducono numericamente, e si modificano i temi negoziati, con più peso all’organizzazione del lavoro e degli orari e minor spazio alle richieste economiche.
Nel periodo 2018-2021 emerge un andamento calante: il 2018 si è chiuso con 12.099 accordi, nel 2019 si è scesi a 11.615 mentre il 2020 - complice l’emergenza Covid - è crollato a quota 6.784. Nel 2021 c’è stata una leggera ripresa dei contratti depositati che restano comunque sotto i livelli precovid (il 17 gennaio 2022 ne risultavano attivi 6.379), questo trend è proseguito nel 2022 (al ministero del Lavoro ne risultano attivi 8.137 al 16 maggio).
È questo lo scenario che emerge dall’archivio della contrattazione di secondo livello Digit@Uil, presentato ieri al Cnel, che contiene oltre mille accordi, e si è concentrato su una selezione di 510 contratti aziendali: nel biennio 2020-2021 cresce solo l’area tematica “organizzazione del lavoro e degli orari”: è negoziata dal 68% dei contratti della banca dati Uil rispetto al 62% del biennio precedente. Per tutte le altre aree tematiche si registrano importanti contrazioni: il “salario di produttività”, prima presente nel 62% dei contratti, è sceso al 17%; per le “relazioni industriali” si è passati dal 48,5% al 20,6% (con una presenza crescente di clausole sulla partecipazione dei lavoratori); la “formazione e professionalità” è scesa dal 35% al 22%. Gli “istituti economici” si sono ridotti di un terzo dal 30 al 9%, il “mercato del lavoro” dal 19% all’8.2%, la tematica degli “appalti” passa dall’11% al 3% e la clausola “ambiente, salute e sicurezza” è calata dal 26% al 15%.
Tra le novità molte aziende hanno negoziato piani industriali indirizzati verso una nuova conversione ecologica; formazione e turn over generazionale; revisione degli inquadramenti; polivalenza e polifunzionalità alla luce delle nuove competenze digitali, con impatti sulle retribuzioni; organizzazione del lavoro, insieme ad una crescente attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; premi di risultato basati sull’efficienza energetica e sulle ore di formazione. Per il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri «la contrattazione di secondo livello va estesa, affrontando i grandi temi dell’innovazione e della partecipazione». Bombardieri ha anche proposto al Governo di «azzerare» la cedolare secca al 10% sui premi di produttività.