Adempimenti

Il nodo coperture «ritarda» la fiducia

di Giorgio Pogliotti e Marco Rogari

Un ultimo miglio alla Camera all’insegna dell’ennesimo stop and go per il decretone. Nel primo pomeriggio di ieri, quando il Governo sembrava pronto a formalizzare la “blindatura”, il testo, in Aula da lunedì, è stato rinviato alle commissioni parlamentari di merito per diversi aggiustamenti tecnici, tutti legati alle coperture del provvedimento.

Ben 16 sono state le correzioni chieste dalla Commissione Bilancio, dove l’articolato è stato esaminato per un’ora e mezza, con un parere che è stato votato dalla maggioranza e che le commissioni Lavoro e Affari sociali hanno dovuto recepire. Solo in serata, sciolto il “nodo-coperture” non senza momenti di caos e tensioni con le opposizioni, l’Esecutivo ha formalmente chiesto la fiducia sul Dl che sarà votata oggi dall’Assemblea di Montecitorio. Tra i ritocchi apportati in extremis quello per rafforzare la dote per il funzionamento dell’Anpal prevedendo un’autorizzazione di spesa di 10 milioni per quest’anno, ai quali si aggiungono altri 10 milioni nel 2020 e 5 milioni nel 2021 (in tutto 25 milioni). Le risorse vengono garantite, nel primo anno, da un taglio dei fondi stanziati dalla legge di Bilancio in favore delle Regioni per il personale per i centri di impiego, mentre per gli anni successivi si attinge dal Fondo generale per il reddito di cittadinanza. Che, stando al dossier del Servizio bilancio della Camera, anche nel caso di un “tiraggio” perfettamente in linea con le stime della relazione tecnica del provvedimento dovrebbe, alla fine, presentare un “residuo” minimo di circa 300 milioni nel 2019, una quarantina nel 2020 e poco meno di 700 milioni nel 2021.

Il parere della commissione Bilancio della Camera precisa anche che la quota di risorse assorbite dalla pensione di cittadinanza «rispetto agli importi di spesa annua» è «pari per il 2019 al 5,7% del totale». Si tratterebbe di poco più di 350 milioni visto che dei 7,1 miliardi stanziati dalla manovra 480 milioni vengono destinati dal decretone ai centri per l’impiego. Tra le condizioni poste dalla “Bilancio” anche quella di precisare nel decreto del ministero del Lavoro con cui verranno nominati i nuovi presidenti di Inps e di Inail e rispettivi Cda, che gli emolumenti ai membri della nuova governance saranno definiti senza nuovi oneri per i conti pubblici.

Intanto dal 6 marzo sono 612mila le domande presentate o in via di presentazione attraverso i tre canali disponibili. In particolare sono 192.310 le domande presentate a Poste italiane, di cui 166.710 presso gli uffici postali e 25.600 online. Le prime cinque regioni per numero di richieste sono la Lombardia (26.492), la Campania (25.486), la Sicilia (21.071), il Piemonte (18.118) e il Lazio (17.971). Inoltre in 420mila hanno depositato la domanda o preso appuntamento nei Caf, dove si viaggia al ritmo di 100mila sottoscrizioni ogni settimana.

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