Rapporti di lavoro

Ipotesi nuovo decreto flussi per altri 160mila lavoratori

Governo al lavoro per aumentare gli ingressi dopo la richiesta delle parti sociali per sanare la platea degli esclusi

di Giorgio Pogliotti

Sono 240mila le domande presentate al click day per l’ingresso di lavoratori stranieri in Italia, il triplo di quanto previsto dal decreto flussi (82.705). Ma l’ampia platea di esclusi, invece di dover ripetere la domanda, potrebbe avere una corsia preferenziale in un nuovo decreto flussi, nelle more del decreto 2023-2025 che è in fase di elaborazione: lo hanno chiesto le parti sociali nell’incontro ieri al ministero del Lavoro, sollecitando una riduzione degli adempimenti a carico dei datori di lavoro.

Dal Governo sono arrivate aperture: «Il click day ha fatto registrare un afflusso maggiore - ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine di un’iniziativa di Confcommercio - adesso dobbiamo verificare, perché non tutte le istruttorie presentate possono essere foriere di un concreto ingresso, poi se il governo dovesse riscontrare la necessità di ampliare questa domanda rispetto alla concreta possibilità del mercato del lavoro di assorbirli, non ci sono pregiudizi». Riferendosi ai due terzi di esclusi Teresa Bellanova (Iv) ha proposto di «approvare un emendamento nel decreto Immigrazione che è in discussione al Senato, con il quale riaprire la regolarizzazione per le persone che stanno in Italia e che possono tranquillamente andare a lavorare».

La riunione di ieri al ministero del Lavoro è servita alle associazioni datoriali per iniziare a fare il punto sui fabbisogni occupazionali che dovranno essere comunicati entro il 5 aprile: per Coldiretti nell’agricoltura mancano 100mila lavoratori l’anno. L’Ance stima per il triennio 2023-2025, un fabbisogno di 12mila lavoratori stranieri per il settore delle costruzioni. La Fipe-Confcommercio lamenta l’assenza nel decreto flussi di quote specifiche per la ristorazione, dove mancano 140mila persone l’anno. Anche Assindatcolf ha lamentato la mancanza di quote specifiche, stimando un fabbisogno annuo di 23mila colf e badanti non comunitarie. Per Federalberghi da qui all’estate servono 200mila persone, di cui 40mila sono di difficile reperimento. Confartigianato comunicherà i fabbisogni, ma secondo un recente report mancano fino a 260mila lavoratori nell’artigianato, e 20mila circa nell’autotrasporto. Il governo starebbe pensando per il triennio di aprire a 500mila lavoratori, circa 166mila l’anno.

Le parti sociali hanno sollecitato un sensibile allargamento delle quote, dei settori di impiego dei lavoratori e dei Paesi di origine previsti dai decreti flussi, una semplificazione delle procedure per renderle più corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro, comprimendo il tempo tra la domanda e l’arrivo del lavoratore in Italia, con l’introduzione di un meccanismo per assumere i lavoratori stranieri già presenti in Italia, ma privi di permesso di soggiorno.

«Il nostro primo obiettivo - ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone - è di poter riaccompagnare al lavoro tanti lavoratori già presenti sul territorio italiano regolarmente, tanti lavoratori italiani che non lavorano e potrebbero reinserirsi. Porremmo attenzione alle necessità rappresentate dalle organizzazioni datoriali, ma terremo conto del fatto che abbiamo tanti lavoratori percettori di strumenti di sostegno al reddito che, potendo lavorare, devono esser riaccompagnati con processi di formazione e riqualificazione, da estendere ai lavoratori immigrati iniziando la formazione nei paesi d’origine per completarla in Italia e poterli accompagnare in azienda». Secondo la Uil, «vanno ripensati i meccanismi per rendere fruibili i canali di ingresso regolare ai lavoratori stranieri e alle imprese, altrimenti si finisce per alimentare il lavoro irregolare».

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