L’importanza di “comprendere” il costo del lavoro
Il costo del lavoro in Italia è caratterizzato da molteplici elementi, tra cui:
- una struttura complessa e articolata, che comprende voci dirette (retribuzione lorda, straordinari, premi) e indirette (Tfr, ferie maturate, welfare aziendale);
- elementi aggiuntivi di paga, corrisposti in modo occasionale e sporadico, che possono avere una rilevanza solo su alcuni istituti e non su altri;
- un quadro normativo in continua evoluzione, soggetto a frequenti modifiche da parte delle leggi di bilancio e dei decreti attuativi, con un impatto sia fiscale che previdenziale;
- una discrasia fra il “netto in busta”, che qualcuno definisce anche “ultima riga in basso a destra del cedolino” e la costruzione, invece articolata, che nel rispetto delle normative porta da un lordo ad un netto, ribaltando l’attenzione sul costo complessivo aziendale, per poter redigere budget attendibili e precisi;
- un alto rischio di contenziosi del lavoro che possono andare a rettificare e modificare retribuzioni corrisposte in mensilità antecedenti con un impatto anche sul lato previdenziale e assistenziale.
In questo scenario, comprendere e gestire efficacemente il costo del lavoro è essenziale per:
- ottimizzare i costi aziendali: indipendentemente dalle dimensioni aziendali e quindi dal numero di dipendenti in forza, la pianificazione di budget sostenibili è diventata una condizione essenziale per la continuità aziendale e la competitività della stessa. Pertanto, è assolutamente indispensabile traslare il costo del lavoro in un’ottica contabile e di previsione futura;
- rispondere alle sfide fiscali e normative: non si fa mistero di quanto le normative vigenti nel nostro Paese siano complesse e non sempre di univoca attuazione. Pertanto, adeguarsi alle modifiche legislative per un costante aggiornamento rappresenta una prerogativa fondamentale per gestire al meglio il rispetto delle leggi, con particolare attenzione al contesto aziendale di riferimento;
- incrementare la produttività aziendale: i trend mondiali danno una rappresentazione di come le dinamiche afferenti al mondo del lavoro, quali l’aumento del turnover e la riduzione della permanenza di personale, in una organizzazione aziendale siano punti di attenzione non trascurabili, di assoluta attualità. Pertanto, è di fondamentale importanza implementare politiche di welfare aziendale e premi di risultato, spostando il paradigma da “un’obbligazione di tempo ad una di risultato”: in tal modo si incontreranno maggiormente i fabbisogni attesi dalle platee di lavoratori.
L’idea di questa pubblicazione nasce dalla rappresentazione di un fabbisogno individuato dagli autori nello svolgimento delle attività lavorative quotidiane, afferenti alla tenuta della contabilità e alle criticità riscontrate nell’interfacciarsi con chi gestisce il payroll (o più comunemente definite “buste paga”) delle aziende.
Non è infrequente, ma ricorrente, riscontrare richieste di supporto da parte delle aziende nella registrazione contabile di quelli che sono i costi relativi alla gestione del personale dipendente e nell’individuazione degli istituti di riferimento.
La Guida del Sole 24 Ore, partendo dalle scritture mensili riguardanti i salari e gli stipendi fino ad arrivare alle scritture di assestamento e rettifica al 31 dicembre (o alla fine dell’esercizio in caso di non corrispondenza con l’anno solare), spiega nel dettaglio, con l’aiuto di best practice ed esempi concreti, casistiche magari un po’ meno frequenti, che richiedono una maggior conoscenza contabile utile ad allocare correttamente le poste all’interno del bilancio. L’obiettivo è dirimere dubbi e perplessità ricorrenti in merito alla corretta imputazione a conto economico delle voci di costo, piuttosto che al rilascio di voci patrimoniali.
Una Guida che possa essere di aiuto a varie figure trasversali, sia all’interno di Studi professionali sia di reparti amministrativi delle aziende, che avvertono la necessità di trovare un riscontro veloce ed immediato a casistiche ricorrenti e cicliche su base annuale derivanti dall’avere alle loro dipendenze lavoratori subordinati (o assimilati al lavoro dipendente), e che traslano in co.ge., per mezzo delle scritture contabili, gli accadimenti della “sfera lavoro”.