L’iniezione rientra nell’orario di attività
Dopo il Protocollo nazionale firmato tra Governo e parti sociali e le indicazioni rese dall’Inail sulle vaccinazioni anti Covid nei luoghi di lavoro, cresce l’interesse delle aziende a comprendere gli effettivi costi a proprio carico derivanti dalle vaccinazioni. I provvedimenti in questione hanno stabilito che i costi debbano essere ripartiti tra le aziende aderenti e i servizi sanitari regionali territorialmente competenti.
A carico del servizio sanitario saranno esclusivamente i costi di acquisto dei vaccini e dei dispositivi necessari per la somministrazione (si pensi ad esempio alle siringhe e agli aghi), e la messa a disposizione degli strumenti informativi e per la registrazione delle vaccinazioni eseguite.
Tutti gli altri costi e oneri saranno a carico del datore di lavoro. Pertanto, le aziende che intendano attivare un punto per la vaccinazione dovranno procurarsi autonomamente, e a proprie spese, il resto della dotazione necessaria in base al prontuario messo a punto dalla struttura commissariale.
Le aziende dovranno quindi procurarsi non solo le attrezzature sanitarie necessarie come, ad esempio, i frigoriferi medicali e i defibrillatori, ma anche i presidi sanitari necessari per effettuare le vaccinazioni in piena sicurezza, come prodotti per la sanificazione degli ambienti utilizzati, lettini medici, mascherine e guanti. Sarà a carico del datore di lavoro anche l’acquisto dei farmaci secondo le valutazioni effettuate dal medico competente o dal personale sanitario nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale e delle indicazioni provenienti dal percorso formativo obbligatorio previsto.
Al di là dei costi vivi, nelle ipotesi in cui le vaccinazioni del personale avvengano durante l’orario di lavoro, i dipendenti andranno retribuiti normalmente, pertanto le eventuali ore di lavoro perse dal personale graveranno, anch’esse, sul datore di lavoro.
In alternativa alla vaccinazione diretta, il Protocollo prevede la possibilità per i datori di lavoro di rivolgersi a strutture sanitarie private. A questo fine, le aziende che lo ritenessero potranno concludere, anche tramite le associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della bilateralità, una convenzione con le strutture sanitarie private in possesso dei requisiti per la vaccinazione, sempre, però, con oneri a proprio carico, a esclusione della fornitura dei vaccini, che resta a carico dei servizi sanitari regionali.
Va segnalato, infine, che nonostante i costi connessi alle vaccinazioni nei luoghi di lavoro, ad oggi, sono numerose le aziende interessate a intraprendere questo percorso. Basti pensare che sono stati già autorizzati 737 hub aziendali per i quali si è tuttavia in attesa del via libera da parte delle Asl competenti che arriverà, verosimilmente, non appena si saranno concluse le vaccinazioni dei soggetti over 65.
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