L’uso aziendale agisce sui singoli rapporti individuali dei lavoratori allo stesso modo e con i medesimi effetti di un contratto collettivo aziendale. A integrarlo basta un comportamento favorevole del datore di lavoro nei confronti dei dipendenti: l’attribuzione del trattamento economico per pura liberalità, tuttavia, deve essere spontanea, generalizzata e reiterata affinché costituisca un uso aziendale.
Massima
Comportamento favorevole del datore di lavoro – reiterazione costante e generalizzata – uso aziendale – configurabilità – effetti sui rapporti individuali – efficacia di contratto collettivo aziendale - sussiste
La reiterazione costante e generalizzata di un comportamento favorevole del datore di lavoro, nei confronti dei propri dipendenti, integra, di per sé, gli estremi dell’uso aziendale. Questo, in ragione della sua appartenenza al novero delle cosiddette fonti sociali (le quali, pur non costituendo espressione di funzione pubblica, neppure realizzano meri interessi individuali, in quanto dirette a conseguire un’uniforme disciplina dei rapporti con riferimento alla collettività impersonale dei lavoratori di un’azienda), agisce sul piano dei singoli rapporti individuali allo stesso modo e con la stessa efficacia di un contratto collettivo aziendale
La vicenda di fatto
Con la sentenza n. 921/2020 la Corte d’appello di Milano ha confermato la pronuncia emessa dal Tribunale, che aveva accertato il diritto di un lavoratore della società convenuta, con mansioni di esattore dall’1.6.2009 e quale addetto al monitoraggio centralizzato di tratta dall’1.7.2012, al mantenimento dell’indennità mensile di maneggio denaro non più corrispostagli dal maggio 2016, con ordine di erogazione mensile come componente della retribuzione.
La Corte territoriale, richiamando un proprio ...