La Corte di conti lancia l’allarme sui bilanci dell’Inpgi (giornalisti): «Senza interventi la situazione sarà irrimediabilmente compromessa»
I conti dell’Inpgi, l’ente di previdenza dei giornalisti, continuano a peggiorare e nel 2017 il saldo tra contributi obbligatori correnti e prestazioni correnti è stato di -173 milioni (era di - 151 milioni nel 2016). Lo rileva la Corte dei conti nella relazione invita al Parlamento e pubblicata il 23 maggio dove si parla di un «quadro in deciso e assai preoccupante peggioramento».
Il differenziale negativo, tra entrate e uscite correnti, è apparso per la prima volta nel 2010 (-4,11 milioni) e nell’arco di pochi anni sta sensibilmente aumentando. Il forte disavanzo, come ha scritto anche il collegio sindacale nelle osservazioni al bilancio, è stato coperto in questi anni dalle plusvalenze immobiliari conseguenti al conferimento al Fondo Giovanni Amendola, ora in «progressivo esaurimento». «Il patrimonio immobiliare dell’Ente, a fine 2017 – si legge nella relazione - esprime un valore residuo di 7,171milioni, contro i 696,486 milioni di euro presenti al 1° gennaio 2013».
Nel 2017 il disavanzo della gestione previdenziale e assistenziale è negativo per oltre 134milioni, mentre il patrimonio complessivo netto della Fondazione, nel 2016 pari a 1.836 milioni di euro, è sceso a 1.735,433 milioni di euro.
Tra le cause che hanno contribuito a creare questa situazione, secondo la Corte dei conti, c’è la crisi dell’editoria, che ha portato a un aumento delle spese per gli ammortizzatori sociali e a un progressivo calo degli iscritti attivi passati tra il 2011 e il 2017 da 18.204 a 15.011; al calo dei giornalisti lavoratori corrisponde, nello stesso arco temporale, un aumento dei pensionati passati da 7.303 a 9.398. Il rapporto iscritti attivi/pensionati in sette anni è sceso da 2,49 a 1,6. Oltre all’aumento dei pensionati c’è anche un progressivo aumento dell’importo medio delle pensioni erogate passate «da 57.407 euro nel 2015, a 57.457 euro nel 2016 e a 57.872 euro nel 2017» fatto che contribuisce ad aggravare ulteriormente lo scenario.
La Corte dei conti attenziona anche l’ex fissa e, in merito alla tranche di finanziamento che l’istituto dovrebbe erogare e su cui già il ministero del Lavoro aveva sollevato perplessità, scrive che non è «compatibile con le ristrettezze finanziarie della Fondazione l’assunzione di impegni ulteriori rispetto a quelli indotti dalla gestione istituzionale». La Corte riporta anche la posizione dell’attuario, secondo cui l’Inpgi non è in grado di mantenere la solvibilità prospettica, «esaurendo il proprio patrimonio già dal 2028» e l’equilibrio di gestione «sarebbe conseguibile solo attraverso un idoneo numero di nuovi ingressi».
La Corte chiede quindi all’ente di «porre responsabilmente in essere ulteriori interventi (le riforme 2015 e 2016 si sono rivelate non sufficienti, ndr) per rimediare ad una situazione che, altrimenti, rischia di compromettersi definitivamente». Se la previdenza dei giornalisti “assunti” si trova in profondo rosso, di tutt’altro tenore i conti dell’Inpgi 2 dove il rapporto tra iscritti attivi (liberi professionisti e co.co.co) e pensionati è di 24,64 e l’ammontare medio delle pensioni erogate è di 1.249 euro annui. Nel 2017 Inpgi 2 fa registrare un incremento dell’utile di esercizio (48,378 milioni di euro, a fronte dei 47,523 milioni nel 2016).
La relazione della Corte dei conti