Contrattazione

Modello Uni intermittenti a rischio errore

di Luigi Caiazza e Roberto Caiazza

L’invio dei Modelli Uni intermittenti tramite pec del Lavoro, mediante un’unica mail a cui sono allegati più moduli, genera errore in quanto questi ultimi non risultano caricati. Il datore potrebbe perciò pagare in base all’articolo 35, comma 3 bis, del Dlgs 276/2003, una sanzione da 400 a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione, senza possibilità di applicare la diffida di cui all’articolo 13 del Dlgs 124/2004 ai fini del pagamento del minimo edittale.

Lo sottolinea l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) con la lettera circolare prot. n. 8716 del 9 ottobre scorso in cui fornisce chiarimenti sulla validità della trasmissione del modello con cui va comunicata in via telematica ogni chiamata del lavoratore, titolare di contratto intermittente, secondo le disposizioni del Dm 27 marzo 2013, i chiarimenti della circolare prot. n. 37/39 del 27 giugno 2013 e le istruzioni contenute nel manuale “Guida all’invio Email Intermittenti”.

Con la nota si ribadisce che mentre il modello è scaricabile dal portale “Cliclavoro”, per l’invio l’interessato potrà scegliere tra l’applicazione “deskop per e-mail” o un “account e-mail” che dovrà essere poi allegato, per l’invio, all’indirizzo pec intermittenti@peclavoro.gov.it. In questa seconda ipotesi, chiarisce l’Inl, per quanto ogni singolo modello consenta di comunicare fino a un massimo di dieci lavoratori anche per periodi di chiamata diversi, causa l’errore, quando alla mail sono allegati più modelli l’attuale sistema non permette il loro caricamento.

In attesa che venga adeguato il sistema, l’Inl suggerisce agli ispettorati, prima di ogni contestazione, di interpellare la Direzione che gestisce il sistema per avere conferma dell’effettività della comunicazione nel caso in cui la stessa sia stata segnalata dal datore come regolarmente effettuata.

La circolare 8716/2019 dell'Inl

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