Contrattazione

Niente accordo, così scatta l’aumento del 9,2% nella paga di colf e badanti

Va applicato il contratto: crescono dell’11,5% anche le indennità di vitto-alloggio

di Giorgio Pogliotti

Dopo che il tentativo di cercare un accordo tra le parti al ministero del Lavoro ieri si è risolto con un nulla di fatto, i minimi retributivi per colf, badanti e baby sitter da gennaio aumentano del 9,2%. Crescono invece dell’11,5% le indennità per vitto e alloggio. Sono cifre che scaturiscono dall’applicazione dell’articolo 38 del Contratto collettivo nazionale, applicabile proprio perché non è stato trovato un accordo.

Il contratto prevede l’adeguamento dei minimi retributivi all’80% delle variazioni del costo della vita rilevate dall’Istat al 30 novembre (nel 2022 era all’11,5%) e un aggiornamento pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e le associazioni datoriali di settore Fidaldo e Domina, al terzo incontro al ministero del Lavoro, ieri non sono riusciti a raggiungere un’intesa sull’erogazione degli aumenti, che per il 2023 sono più consistenti rispetto alle tornate passate, quando l’inflazione viaggiava poco sopra lo zero.

Tradotto in cifre applicabili a partire dal 1° gennaio 2023, per una colf, badante o baby sitter convivente (livello Bs) che assiste una persona autosufficiente l’aumento è di 83,31 euro lordi mensili, che diventano 94,42 euro per l’assistenza alla persona non autosufficiente (livello Cs), stando alle simulazioni (il ministero sta vagliando la tabella perfezionata dalle parti).

Per gli aumenti retributivi, da riparametrare per gli altri livelli, il range è piuttosto ampio: si va da un incremento mensile lordo di 61,10 euro per il livello di inquadramento iniziale (A) a un massimo di 116,64 per il livello D super.

A questo si aggiunge l’indennità da corrispondere per pranzo e colazione che - a titolo di esempio, per badante, colf o baby sitter convivente di persona autosufficiente è pari a 6,47 euro giornalieri.

Diverso è l’impatto per gli assistenti familiari che effettuano la prestazione di lavoro ad ore in regime di non convivenza: avranno una scarsa percezione degli aumenti, soprattutto quanti sono impiegati per poche ore la settimana. Si oscilla dall’incremento di 0,44 centesimi per il livello A ai 0,79 al livello D super, sempre che nella negoziazione individuale con il datore di lavoro non si sia pattuito un importo superiore ai minimi retributivi contrattuali, che per citare due esempi sono di 5,27 euro l’ora per una colf impiegata nella pulizia e di 6,99 euro per una badante non convivente.

«L’impatto degli aumenti è nullo per chi ha pattuito somme superiori ai nuovi limiti retributivi, come accade nella maggioranza dei rapporti di lavoro ad ore, mentre si farà sentire per i rapporti di convivenza» spiega Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina.

La Fidaldo chiama in causa i sindacati che «non hanno voluto accettare la nostra proposta di scaglionare gli aumenti dovuti a colf, badanti e baby sitter nel corso dell’anno, per limitare l’impatto economico dei rincari sui budget familiari».

Ribatte la leader della Fisascat Cisl Aurora Blanca: «È sbagliato generare ulteriori allarmismi che nuocciono alle persone che mettono in contrapposizione i nuclei familiari. Le parti con lungimiranza hanno definito un meccanismo pattizio per adeguare le retribuzioni, in grado di preservare il potere d’acquisto degli assistenti familiari».

La Filcams Cgil sottolinea che «non si tratta di un mancato accordo, come sostengono le parti datoriali, ma della corretta aderenza a quanto previsto dal Ccnl».

Nel corso dell’incontro, i tecnici del ministero del Lavoro hanno ricordato come, in base al Pnrr, sia stato previsto un contributo alle famiglie di 1.500 euro per contrastare il lavoro nero. La leader della Fisascat Cisl ha proposto che siano fissati dei paletti di accesso legati all’Isee familiare, alle ore dichiarate e alla durata del contratto, per evitare abusi e lavoro nero.

Secondo l’ultimo report di Domina, nonostante l’emersione avviata nel 2020, nel settore domestico il tasso di irregolarità registra ancora un picco del 52,3%: i lavoratori domestici totali sono circa 2 milioni, di cui meno della metà in regola (969mila, +12% sul 2019).


Aumenti lordi mensili

116€
Il parametro massimo
Aumento di 116,64 euro lordi mensili, portando il tabellare a 1.384,46 euro per il parametro massimo D super dell'assistente familiare formato per persone non autosufficienti,.

94€

La non autosufficienza
Ammonta a 94,42 euro lordi mensili l'aumento per il livello C super, con il tabellare a 1.120,76 euro per l'assistente familiare che assiste persone non autosufficienti, in attività connesse a vitto e pulizia della casa.

83€
L'aumento per colf
È di 83,31 euro lordi mensili l'aumento lordo mensile che fa salire il tabellare a 988,90 euro per gli assistenti familiari al livello B super̀con assistiti autosufficienti

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©