No al licenziamento per contenuti offensivi nella chat tra colleghi
Per la Cassazione prevale il principio costituzionale inviolabile della libertà e della segretezza della corrispondenza
Il messaggio contenente espressioni offensive, denigratorie, minatorie e razziste nei confronti del team leader, inviato in una chat WhatsApp tra colleghi, non costituisce giusta causa di licenziamento. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 5936 del 6 marzo 2025.
La Corte è stata chiamata a pronunciarsi sull’illegittimità del licenziamento, ...