Contenzioso

Patto di prova generico se le mansioni sono già note

Per il giudice la ricorrente ben conosceva il contenuto della mansione di responsabile amministrazione del personale

di Ranieri Romani

Con sentenza del 16 febbraio, il Tribunale del lavoro di Treviso ha rigettato il ricorso di una dipendente che aveva impugnato il recesso datoriale per mancato superamento del periodo di prova. La ricorrente aveva sostenuto che la sola indicazione del ruolo di «responsabile amministrazione del personale» nel contratto, non accompagnata da una specifica indicazione delle mansioni, avrebbe determinato la nullità del patto di prova.

Sull’obbligo di specificazione delle mansioni nel contratto di lavoro ai fini della validità del patto di prova si sono riscontrati negli ultimi anni diversi orientamenti.

Secondo un primo orientamento, il patto deve contenere la specifica indicazione delle mansioni da espletarsi , a prescindere dal livello contrattuale e dalla natura delle mansioni assegnate dal momento che, da una parte, la possibilità per il lavoratore di impegnarsi secondo un programma ben definito in ordine al quale poter dimostrare le proprie attitudini e, dall’altra, la facoltà del datore di esprimere la propria valutazione sull’esito della prova, presuppongono che questa debba effettuarsi in ordine a compiti esattamente identificati sin dall’inizio.

Un diverso orientamento riconosce, invece, che la specificazione delle mansioni da espletare durante il periodo di prova possa avvenire anche tramite il rinvio “per relationem” alle declaratorie del contratto collettivo con riferimento all’inquadramento del lavoratore, sempre che il richiamo sia sufficientemente specifico e riferibile alla nozione classificatoria più dettagliata.

Un terzo orientamento prevede, infine, che ove le mansioni del dipendente siano di natura intellettuale e non meramente esecutive e il dipendente ricopra un ruolo apicale nell’organizzazione aziendale, il patto di prova non debba necessariamente contenere la specifica e analitica indicazione dei compiti da svolgere posto che è lo stesso lavoratore che, nel perseguimento degli obiettivi aziendali, deve individuare le strategie e le risorse più adeguate.

Il Tribunale di Treviso ha aderito a quest’ultimo orientamento e ha rigettato il ricorso affermando che il ruolo dalla stessa assunto era di per sé «ostativo alla possibilità di un’aprioristica tassativa elencazione di ogni compito». Per il giudice la ricorrente ben conosceva il contenuto della mansione di responsabile amministrazione del personale in quanto, nei precedenti rapporti di lavoro, aveva ricoperto in più occasioni e per vari anni lo stesso ruolo. Inoltre aveva risposto all’annuncio dell’agenzia di ricerca e selezione del personale che conteneva una chiara e precisa specificazione delle attività delle quali la candidata si sarebbe dovuta occupare.

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