Quasi 22mila i contratti con incentivo
Salgono a 21.667 i contratti aziendali e territoriali che hanno l’incentivo fiscale: 16.986 puntano alla crescita della produttività, 12.530 di redditività, 9.602 di qualità.
Dalle intese depositate al ministero del Lavoro al 15 maggio emerge che 17.595 sono contratti aziendali e 4.072 territoriali. Per avere un termine di paragone sull’andamento, a fine dicembre i contratti depositati erano 18.461, tra gli oltre 21mila censiti a metà maggio 11.621 sono del 2015. «L’andamento crescente – commenta il capo della segreteria tecnica del ministro del Lavoro, Bruno Busacca – sia per i contratti aziendali che territoriali, è un segnale dell’aumento d’interesse da parte di imprese e sindacati per uno strumento virtuoso, che avvicina la contrattazione all’azienda e al territorio legando le dinamiche salariali alla crescita della produttività».
La tassazione agevolata del 10% si applica ai premi di produttività fino a 3mila euro lordi, 4mila in caso di partecipazione paritetica dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro (nel 2016 il tetto era, rispettivamente, a 2mila e a 2.500 euro), a vantaggio dei lavoratori con un reddito fino a 80mila euro conseguito nell’anno precedente (il tetto era di 50mila euro nel 2016). L’incentivo reso strutturale dallo scorso anno, prevede anche che le misure contenute nei piani di welfare aziendale sono del tutto esentasse. Tra i contratti depositati 2.311 prevedono un piano di partecipazione dei lavoratori e 4.853 misure di welfare aziendale. «I contratti con le misure di welfare aziendale rappresentano circa un quarto di quelli depositati – aggiunge Busacca – ma i lavoratori coinvolti sono più numerosi, trattandosi in prevalenza di imprese di maggiori dimensioni». Crescono i contratti di rete per il welfare, come a Brescia dove sono coinvolte 13 imprese (Cromodora Wheels, Rubinetterie bresciane Bonomi, Trafilerie Carlo Gnutti) con 2.100 dipendenti, in un piano che va dai rimborsi per spese mediche, servizi educativi, buoni spesa. Esperienze analoghe interessano l’Alto Adige, Trento, Varese, Reggio Emilia e Avellino.
Nella manovrina all’esame della Camera è previsto un unico tetto di 3mila euro per i premi di produttività, in caso di coinvolgimento paritetico dei dipendenti sui primi 800 euro scatta la decontribuzione del 20%.