Quota 100, sale a 45mila euro l’anticipo del Tfs degli statali
Un innalzamento fino al 50%, a 45mila euro, della soglia massima di anticipo della liquidazione per gli statali in pensionamento. La cancellazione della finestra di tre mesi sulla decorrenza della pensione per i lavoratori impegnati in attività “gravose”. E una agevolazione fiscale per attirare in Italia lavoratori all’estero. Sono alcuni degli emendamenti al decretone in rampa di lancio in Commissione Lavoro al Senato. Questi ritocchi hanno già incassato il via libera di massima del Governo. Anche se con tutta probabilità non saranno messi al voto prima della prossima settimana. Ieri la Commissione Bilancio ha acceso il disco verde al testo, chiedendo solo di esplicitare il raccordo tra la copertura complessiva delle misure e quella specifica sull’anticipo del Tfs che, vale ricordarlo, verrà definito con una convenzione con Abi.
Ma la tabella di marcia a palazzo Madama potrebbe subire rallentamenti, visto che le sedute di oggi della Commissione sono state sconvocate. Del resto i riflettori della maggioranza sono puntati soprattutto sulla nomina del successore di Tito Boeri alla guida dell’Inps, attesa per questa sera.
La candidatura di Marina Calderone, presidente dei consulenti del Lavoro, non sarebbe più in cima alla lista, e resterebbero in corsa l’ex dg Mauro Nori e l’economista Pasquale Tridico. Di sicuro c’è solo che il Governo dovrà decidere oggi, visto che la norma introdotta nel decreto fa decadere automaticamente il mandato del presidente uscente senza la prorogatio di 45 giorni. «A breve verranno adottati tutti gli atti dovuti» ha dichiarato ieri il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
Tornando alle modifiche al decretone, l’innalzamento della soglia Tfs a 45mila euro è già previsto da un emendamento presentato dalla Lega e ha come primo firmatario Massimiliano Romeo. Mentre la decisione di cancellare la finestra mobile ai pensionamenti dei “gravosi” è maturata al ministero del Lavoro.
Sempre targata Lega è anche la proposta di una mini-tassa per i lavoratori all’estero che decidano di trasferirsi in Italia. La misura prevede che si paghino le tasse per 5 anni solo sul 30% del reddito se la residenza era all’estero negli ultimi due anni e ci si impegna a restare in Italia per altri due. La percentuale scende al 10% per chi viene in Italia e sceglie di trasferirsi al Sud. Per chi si trasferisce con almeno un figlio o compra casa lo sconto vale in tutto per 10 anni, ma pagando sul 50% del reddito passati i primi 5 anni.
Tra i correttivi presentati dal Carroccio c’è anche l’ipotesi di tagliare del 10% il reddito di cittadinanza a chi non ha pagato l’Imu-Tasi, la Tari o anche il servizio idrico. Da M5S arriva invece la proposta di una misura anti abusi sulle quote di pensione dei sindacalisti: si obbliga l’Inps a indicare, nel cedolino della pensione, una «precisa e puntuale informazione» sulle trattenute legate alle quote di associazione ai sindacati.