Previdenza

Riscatto light solo a chi ha una posizione anche all’Inps

di Antonello Orlando

Il decreto di riforma del welfare (Dl 4/2019) all’articolo 20 ha introdotto in modo stabile un riscatto del corso di studi a prezzo agevolato. Il cosiddetto riscatto light costa 5.240 euro per ogni anno riscattato, a prescindere dal reddito del lavoratore. Se nella prima versione della norma, questa facoltà era riservata solo a chi aveva meno di 45 anni, dopo la conversione, il riscatto agevolato è accessibile alla sola condizione che il laureato abbia frequentato il corso legale di studi dopo il 31 dicembre 1995, cioè nei periodi del metodo di calcolo pensionistico contributivo.

Ma per i liberi professionisti c’è un requisito in più: dovranno possedere almeno un contributo in Inps. Il riscatto, infatti, non è accessibile a chi vanta contributi unicamente nelle Casse professionali. Basterà, però, un unico contributo in qualsiasi gestione Inps per potere richiedere il riscatto light, valido sia ai fini della misura (incrementando però l’assegno di poco) sia ai fini del diritto. Proprio ai fini del diritto, il riscatto consentirà ai liberi professionisti di azionare il cumulo contributivo raggiungendo i 42 o 41 anni e 10 mesi includendo i periodi versati in qualsiasi ordinamento, incluse le gestioni Inps. Va specificato che il riscatto del periodo di studi viene calcolato in modo diverso in ciascuna Cassa: per Enpacl fino al 2012 vige il metodo della riserva matematica (parametrato a pensione maturata ed età), per i periodi di studio dal 2013 l’onere è a prezzo fisso pari al contributo soggettivo minimo, a oggi ben inferiore al costo dell’onere forfait Inps. Cassa forense prevede solo la riserva matematica, mentre la Cnpadc consente la scelta fra metodo attuariale e contributivo a chi era già iscritto alla fine del 2003.

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