Rapporti di lavoro

Se il neo padre si dimette va versato il ticket di licenziamento

Inps fornirà a breve le istruzioni per questo adempimento

di M.Pri.

In caso di dimissioni, entro l'anno di nascita del figlio, del lavoratore padre che ha fruito del congedo obbligatorio, il datore di lavoro deve pagare il ticket di licenziamento. E' questo il “corollario” dell'ampliamento della tutela per i neo padri introdotto dal decreto legislativo 105/2022.

Con la circolare 32/2023 pubblicata il 20 marzo, Inps ha spiegato che, per effetto delle modifiche al testo unico sulla maternità operate dal Dlgs 105/2022, a partire dal 13 agosto dell'anno scorso, è stato esteso ai padri il divieto di licenziamento, già esistente per le madri, durante la fruizione del congedo obbligatorio e fino al compimento di un anno di età del figlio. A fronte delle novità normative, qualora un padre abbia fruito del congedo e si dimetta dall’impiego durante il divieto di licenziamento, ha diritto alla Naspi se ricorrono gli altri requisiti.

Come anticipato dal direttore generale vicario dell'Inps, Antonio P0ne, intervenuto il 31 marzo alla web tv dei consulenti del lavoro, il fatto che il lavoratore abbia diritto alla Naspi comporta per il datore di lavoro l'obbligo di versare il ticket di licenziamento. Le relative istruzioni verranno fornite dall'istituto di previdenza con un messaggio che sarà pubblicato nei prossimi giorni, contenente le indicazioni anche per regolarizzare la situazione relativa a dimissioni avvenute dal 13 agosto 2022 a ora.

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