Rapporti di lavoro

Stop ai licenziamenti: pressing dei sindacati, Conte media

di Giorgio Pogliotti

I sindacati chiedono di essere convocati dal premier Giuseppe Conte, dopo la mancata intesa sulla loro richiesta di collegare la proroga della cassa Covid al blocco dei licenziamenti nell’incontro proseguito mercoledì fino a tarda sera con i ministri dell’Economia e del Lavoro, rispettivamente Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo. E da Palazzo Chigi trapela l’intenzione di convocare a breve un tavolo con i sindacati, per cercare un’intesa ed evitare l’acuirsi di tensioni sociali che potrebbero saldarsi con lo sciopero dei metalmeccanici del 5 novembre.

I leader di Cgil, Cisl e Uil hanno considerato insufficiente la disponibilità del governo ad estendere il blocco dei licenziamenti fino a fine gennaio, in coincidenza con la fine dello stato d’emergenza, rispetto all’attuale scadenza del 31 dicembre 2020. Il Governo ha anche annunciato un intervento in due fasi sulla proroga della cassa Covid; con un decreto saranno prorogate 6 settimane per assicurare la copertura fino a fine anno alle imprese che a metà novembre avranno esaurito la cassa, e con la legge di Bilancio ulteriori 12 settimane concesse sempre in base al principio del calo del fatturato. I sindacati chiedono che proroga della cassa Covid e blocco dei licenziamenti viaggino parallelamente, senza stabilire una data precisa per la fine del blocco. Ciò significa che con un utilizzo continuativo delle 12 settimane di cassa integrazione nel 2021 si arriva nella seconda decade di marzo, ma con “stop and go” si potrebbe arrivare anche a giugno. Ipotesi respinta dal governo, considerando che il blocco dei licenziamenti collettivi e individuali per ragioni economiche è in vigore dallo scorso 17 marzo, e che ulteriori proroghe sono a rischio di ricorsi che potrebbero sollevare la questione di incostituzionalità della norma. Senza contare che le imprese chiedono a gran voce di superare il blocco, sottolineando che ostacola processi di ristrutturazione aziendale, impedendo di fatto il turn over. I due ministri hanno annunciato l’intenzione di avviare un tavolo aperto anche alle imprese, per accelerare il decollo delle politiche attive e la riforma degli ammortizzatori sociali, in modo da offrire un sostegno all’occupabilità di quanti si troveranno senza lavoro.

In tema di ammortizzatori, l’Inps evidenzia che a settembre sono state autorizzate 254,9 milioni di ore di Cig, per il 98% con causale “emergenza Covid”, rispetto ai 19 milioni dello stesso mese del 2019. Siamo lontani dal picco di 871 milioni di ore di maggio, la Cig si sta progressivamente riducendo, considerando che ad agosto sfiorava quota 294 milioni di ore. Ma un solo mese continua a totalizzare le ore di un intero anno “normale”, come il 2019 (276 milioni di ore di Cig). In totale tra gennaio e settembre l’ammontare delle ore autorizzate è pari a 3,2 miliardi, anche se il “tiraggio”, ovvero l’effettivo utilizzo a luglio era al 40,80%.

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