Adempimenti

Stretta sugli appalti limitata ai contratti oltre 200mila euro

di Marco Mobili, Giovanni Parente

Platea ampiamente ridotta e giro di vite sulle ritenute concentrata su somministrazione di manodopera e appalti e subappalti oltre i 200mila euro. E, per rendere meno complessa l’operazione, l’impresa appaltatrice o affidataria e le imprese subappaltatrici dovranno rilasciare semplicemente copia delle deleghe di pagamento F24 con le ritenute versate. Anche se sul punto vanno sciolti gli ultimi nodi tecnici. Maggioranza e Governo hanno raggiunto l’intesa per riscrivere la norma del decreto legge fiscale collegato alla manovra che impone a tutte le imprese chiamate a realizzare un’opera o una prestazione di servizio a versare tutte le ritenute per il personale impiegato nella realizzazione dell’appalto o del subappalto attraverso la società appaltatrice o subappaltatrice.

Per il via libera sarà necessario attendere la ripresa dei lavori prevista per la mattinata di oggi in commissione Finanze della Camera, dopo la sospesione di ieri per tutto il giorno.

Quattro le principali modifiche in arrivo che riducono drasticamente la platea dei soggetti obbligati al versamento delle ritenute attraverso la società committente e semplificano la procedura:

applicazione del nuovo obbligo alle sole opere e servizi realizzati con un prevalente utilizzo di manodopera, cosiddette labour intensive, presso sedi del committente e con utilizzo di beni strumentali e macchinari di proprietà sempre riconducili al committente stesso;

l’obbligo del versamento delle ritenute scatta, poi, solo per appalti o subappalti di valore complessivo superiore ai 200mila euro;

le società appaltatrici e subappaltatrici dovranno fornire alla società committente copia della delega di pagamento F24 con cui sono state versate le ritenute della manodopera utilizzata per la realizzazione dell’opera o della prestazione di servizio;

le imprese appaltatrici e subappaltatrici o affidatarie potranno procedere autonomamente al versamento delle ritenute se contemporaneamente sono in attività da tre anni (il decreto in discussione prevede 5 anni) antecedenti all’anno a cui si riferisce l’opera o il servizio, se dal conto fiscale emerge che hanno effettuato versamenti per ogni singola annualità «mai inferiore al 10% dei ricavi o compensi indicati nelle dichiarazioni dei redditi».

Resta confermato che non dovranno avere iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito affidati all’agente della riscossione per ritenute e contributi previdenziali superiori a 50mila euro e per i quali sono scaduti i termini di versamento o la possibilità di beneficiare di provvedimenti di sospensione.

Maggioranza e Governo hanno raggiunto un’intesa anche su alcuni emendamenti dei relatori che potrebbero essere depositati alla ripresa dei lavori in Commissione. Tra questi quelli già anticipati su queste pagine o sul sito (www.ilsole24ore.com) della riapertura della compensazione tra crediti commerciali con la Pa e debiti fiscali affidati all’agente della riscossione o della nuova task force Entrate-GdF e Polizia locale per contrastare le «imprese mordi e fuggi» (piccole o piccolissime attività commerciali che aprono e chiudono rapidamente per fuggire dalle tasse). Emendamenti messi a punto dalla relatrice e presidente della commissione Finanze, Carla Ruocco (M5S).

L’altro relatore Gian Mario Fragomeli (Pd), invece, ha già ottenuto il via libera per la semplificazione degli adempimenti di trasmissione e conservazione dei corrispettivi che accettano moneta elettronica: questi soggetti potranno emettere un solo scontrino attraverso il Pos, spetterà poi alle società finanziarie inviare i dati dello scontrino telematico al Fisco.

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