Previdenza

Sugli investimenti un regolamento a maglie larghe

In arrivo le regole definite dai ministeri dell’Economia e del Lavoro

di Federica Micardi

Il decreto che regolamenta gli investimenti delle Casse di previdenza sarà pronto a giugno.

Le norme su cui i ministeri di Lavoro ed Economia stanno lavorando valorizzano l’autonomia delle Casse anche nel comparto degli investimenti. È quanto anticipato dal sottosegretario all’Economia Federico Freni nel corso del suo intervento agli Stati generali della previdenza.

Un cambio di passo, quindi. «Da un regolamento che cuoceva in pentola a fuoco lentissimo e che - chiosa Freni - per fortuna non ha mai visto la luce che prevedeva vincoli stringenti per le Casse ignorando il principio dell’autonomia siamo passati a un modello di regolamento che valorizza l’autonomia e che detta solo norme di cornice, norme di principio che regolano gli investimenti lasciando all’autonomia e alla saggezza di ciascuna Cassa» la stesura di un proprio regolamento. Una strada intrapresa perché ogni Cassa ha un sottostante diverso dall’altra, e le politiche di investimento non possono essere uguali. «Ogni Cassa sa molto meglio di me e del Governo come valorizzare i propri asset previdenziali - afferma Freni - Ho la certezza che gli investimenti delle Casse, che peraltro il Mef monitora costantemente, siano gestiti nel modo migliore possibile. Lo dico anche nell’ottica di immaginare che i controlli effettuati dai ministeri sulle Casse siano collaborativi».

Secondo Freni il vero controllo, il controllo del futuro è quello preventivo. Va verificata prima la bontà di un determinato assetto e non sanzionata dopo. «Io ho l’ambizioso obiettivo di ridurre il tasso di delibere non approvate dal Mef - dice Freni - Per farlo, e mi riferisco ai profili economico e contabili, avremo bisogno di tutta la collaborazione del sistema Casse».

Il confronto tra Casse, mondo politico ed economico organizzato dall’Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza dei professionisti, è, secondo il ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso, fondamentale in questo momento. Entro un anno deve essere delineata una politica industriale e dello sviluppo del nostro Paese. Il cambio di denominazione del ministero che prima era dello Sviluppo econonomico è rilevante anche per le professioni. Il segnale che viene dato è che l’attore dell’economia non è lo Stato ma è l’impresa nel suo concetto più ampio. «Pmi e professionisti hanno creato e rappresentano un ecosistema che ha reagito bene alle nuove crisi globali - afferma Urso - Il modello italiano si è mostrato più congeniale alla nuova era della deglobalizzazione. In Italia cresce l’occupazione e la fiducia di imprese e cittadini. La riforma degli incentivi a cui stiamo lavorando interessa anche voi professionisti quali referenti delle imprese; attualmente ci sono oltre 2mila incentivi tra statali e regionali; incentivi che semplificheremo, omogeneizzeremo e indirizzeremo».

Il ruolo che i professionisti e le Casse possono giocare in questa delicata fase viene sottolineato anche dall’ad di Eni Claudio Descalzi che dal palco ha lanciato questo messaggio: «Bisogna investire negli altri per migliorare noi stessi: devono farlo le Casse, deve farlo la politica».

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