Rapporti di lavoro

Tfs anticipato per gli statali, il decreto in rampa di lancio

di Davide Colombo

Per i dipendenti pubblici sulla via del pensionamento sembra finalmente avvicinarsi il traguardo del Tfs anticipato. Questa settimana sono previsti gli ultimi approfondimenti tecnici sulla bozza di Dpcm che dovrà regolare il finanziamento bancario fino a 45mila euro della liquidazione. Dopodiché il testo dovrebbe essere varato, sia pure dopo i termini previsti (fine maggio) e quasi in contemporanea dovrebbe essere perfezionato l’accordo quadro tra Abi, Mef, ministero del Lavoro e Dipartimento Funzione pubblica, l’atto necessario per l’operatività delle banche con Inps. Il testo Abi, elaborato seguendo l’esperienza fatta con l’Ape volontario, sarà accompagnato da un contratto tipo e avrà l’obiettivo di rendere il più semplice possibile la procedura. Gli interessati, con una certificazione Inps del diritto di pensionamento acquisito e del Tfs riconosciuto, dovranno fare domanda di anticipo alla banca che a sua volta attiverà l’operazione con Inps.

Cosa prevede la norma è noto: l’anticipo del Tfs vale per tutti i pensionamenti dei dipendenti pubblici, non solo quelli di chi va in quiescenza con “quota 100”. Mentre senza l’anticipo il Tfs continuerebbe a essere pagato in tranche diverse con un posticipo di 12 o 24 mesi. La relazione tecnica allegata al decretone di gennaio, ipotizzando un importo medio pro-capite di Tfs di circa 76mila euro, stimava una platea di soggetti interessati di 66mila statali che hanno maturato i requisiti di pensionamento a fine 2018 e, rispettivamente, di 158mila nel 2019, 118mila nel 2020 e 115mila nel 2021, anno in cui si concluderà la sperimentazione di “quota 100”. Solo chi opterà per questo nuovo anticipo dovrà rispettare la finestra semestrale di uscita e, per loro, il primo appuntamento è a inizio agosto (mentre a settembre andranno in quiescenza i pensionandi del comparto scuola). E vale ricordare che chi avrà maturato i requisiti nel prossimo triennio potrà esercitare anche successivamente il diritto al pensionamento anticipato.

Nel triennio sarebbero 457mila i dipendenti pubblici cui deve essere pagata la liquidazione. Si prevede un’agevolazione fiscale ai fini della tassazione dell’indennità di fine servizio crescente in funzione degli anni che decorrono dalla cessazione del rapporto di lavoro: 1,5 punti percentuali dell’aliquota Irpef per ogni annualità intercorsa tra la cessazione del servizio e il pagamento effettivo della liquidazione fino a un massimo di 7,5 punti percentuali decorsi sessanta mesi dalla conclusione del rapporto di lavoro. Con una sola eccezione: per chi aveva già scelto di pensionarsi l’anno scorso l’aliquota scende dell’1,5% a prescindere dalle annualità intercorse tra l’uscita dal lavoro e l’erogazione del Tfs. Per le banche il finanziamento che anticipa il Tfs è a basso rischio anche perché è previsto un fondo di garanzia di cui Inps è gestore (dote 50 milioni per il 2029, copre l’80% del finanziamento e i relativi interessi). La partecipazione degli intermediari sarà dunque significativa ed è altamente probabile che partecipino anche le banche specializzate nella cessione del quinto dello stipendio e della pensione.

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