Rapporti di lavoro

Trattamento fiscale dei compensi professionali dopo la chiusura della partita Iva

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di Salvatore Servidio

Con la risposta a interpello 26 aprile 2022, n. 218, l'agenzia delle Entrate ha fornito la soluzione in merito al trattamento fiscale, ai fini delle imposte sul reddito, dei compensi per attività di lavoro autonomo professionale percepiti dopo la chiusura della partita Iva, in un periodo di imposta in cui il percipiente non è più fiscalmente residente in Italia.

L'istante è un avvocato iscritto all'Aire dal mese di ottobre 2021, che in seguito al proprio trasferimento all'estero avvenuto a dicembre 2021, ha chiuso la partita Iva. Nel successivo mese di gennaio 2022, il Tribunale comunicava il deposito in cancelleria di un decreto di liquidazione a difensore, avvenuto a dicembre 2021, relativo a una prestazione professionale conclusa nel 2014.

L'istante, ritiene di avere tutte le prerogative per l'esercizio della professione forense in Italia (ex articolo 7, comma 5, legge 247/2012), ed essendo, altresì, soggetto iscritto all'Aire.

Soluzione delle Entrate

Nella risposta all'interpello in esame, l'Agenzia spiega che il contribuente che ha impropriamente chiuso la propria partita Iva prima che fossero concluse tutte le attività a essa connesse, dovrà procedere alla richiesta di riattivazione della propria posizione fiscale (ai sensi dell'articolo 35 del Dpr 633/1972) e, al momento dell'effettivo incasso dei singoli crediti, dovrà rendicontarli tramite l'emissione di una fattura per prestazione di lavoro autonomo e dichiararli come reddito professionale, utilizzando il modello Redditi persone fisiche dell'anno di competenza.

Il professionista, quindi, deve essere dotato di partita Iva al fine di garantire la definizione dei rapporti ancora pendenti successivamente alla cessazione dell'attività.

Pertanto, con riferimento alla modalità di documentazione e dichiarazione di crediti maturati in un'annualità in cui il lavoratore era ancora fiscalmente residente in Italia (e svolgeva, in modo abituale, attività di lavoro autonomo) ma incassati dopo il suo espatrio e la chiusura della partita Iva, è necessario:

- imputare i compensi che non abbiano ancora avuto manifestazione finanziaria al momento della chiusura della posizione Iva ai redditi relativi al 2021 (ultimo anno di attività professionale), oppure;

- mantenere la posizione Iva individuale fino all'ultimazione di tutte le operazioni fiscalmente rilevanti, permettendo così l'emissione della fattura e la dichiarazione dei redditi nell'anno di imposta in cui si realizza l'incasso del credito.

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