Ammortizzatori

Contratto di espansione senza fondi per prepensionare

Esaurite le risorse che riducono gli oneri a carico delle aziende

di Enzo De Fusco e Carmelo Fazio

Stop ai fondi per finanziare i prepensionamenti con il contratto di espansione. Lo comunica il ministero del Lavoro, in questi giorni, alle imprese che fanno richiesta di convocazione per sottoscrivere il contratto.
Con questo strumento, oltre alle assunzioni e al piano di qualificazione e riqualificazione, è possibile favorire l'uscita anticipata di dipendenti che si trovino a non più di sessanta mesi dalla prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia o di quella anticipata. Il datore di lavoro riconosce, per tutto il periodo e fino al raggiungimento della prima decorrenza utile del trattamento pensionistico, un'indennità mensile, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione, come determinato dall'Inps . Qualora il primo diritto a pensione sia quello previsto per la pensione anticipata, il datore di lavoro versa anche i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto.
In questo percorso, a determinate condizioni, può scattare l'aiuto statale che riduce gli oneri a carico dei datori di lavoro per finanziare il prepensionamento. Più in particolare, per il periodo in cui spetterebbe la Naspi al lavoratore che aderisce allo scivolo pensionistico, viene ridotta l'indennità mensile a carico del datore per un importo pari alla somma di questa prestazione e il versamento per i contributi previdenziali è ridotto di un importo equivalente alla somma della contribuzione figurativa della Naspi. Il beneficio Naspi è esteso di ulteriori 12 mesi alle imprese o gruppi di imprese con un organico superiore a 1.000 lavoratori che attuino piani di riorganizzazione o di ristrutturazione di particolare rilevanza strategica, in linea con i programmi europei e che si impegnino a effettuare almeno una assunzione ogni tre prepensionandi. In questo caso l'importo dell'aiuto statale è calcolato sulla base dell'ultima mensilità di spettanza teorica della prestazione Naspi al lavoratore.
Per garantire l'attuazione del meccanismo illustrato sono stati stanziati 219,6 milioni di euro per l'anno 2023, 264,2 milioni di euro per l'anno 2024, 173,6 milioni di euro per l'anno 2025 e 48,4 milioni di euro per l'anno 2026 (articolo 41, comma 5-bis del Dlgs 148/2015). Questi, dunque, sono i fondi che sono oggetto di esaurimento.
La procedura di attivazione dell'espansione, infatti, prevede che, se nel corso della consultazione propedeutica alla stipula del contratto, emerge il verificarsi di scostamenti (anche prospettici) rispetto al limite di spesa previsto, il ministero del Lavoro non può procedere alla sottoscrizione dell'accordo governativo. Allo stesso tempo, il Ministero non può prendere in considerazione ulteriori domande di accesso ai benefici in favore elle imprese; questo spiega le comunicazioni ministeriali ricevute da chi richiede la convocazione per l'avvio del confronto sindacale in sede ministeriale.
Il contratto di espansione, però, ha anche un'altra componente: con esso è possibile avviare riduzioni orarie per i lavoratori che saranno coinvolti nei percorsi di formazione e riqualificazione. Le riduzioni possono raggiungere sino al 30% dell'orario giornaliero, settimanale o mensile. Per ciascun lavoratore, poi, la percentuale di riduzione complessiva dell'orario di lavoro può essere concordata fino al 100% nell'arco dell'intero periodo per il quale il contratto di espansione è stipulato.
Anche in questo caso il legislatore ha individuato un limite di spesa, ma questo limite non è stato ancora raggiunto. Quindi è possibile attivare il contratto di espansione per far ricorso a nuove assunzioni unitamente all'attività del piano di formazione e riqualificazione accompagnata con una cassa integrazione.
Invero, il contratto di espansione potrà essere sottoscritto anche prevedendo piani di prepensionamento, tuttavia, gli oneri da sostenere saranno interamente a carico del datore di lavoro.

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