Assolavoro, giro d’affari a 15 miliardi. Per il 2023 prospettive ancora positive
Tra gli obiettivi migliorare il tasso nel mercato, che oggi è sopra il 2,3% degli occupati totali
«C’è una richiesta corale di lavoratori e c’è bisogno di noi». Il nuovo presidente di Assolavoro, Francesco Baroni (country manager di Gi group Italia), eletto ieri a Milano dall’assemblea dell’associazione confindustriale che rappresenta le agenzie del lavoro, racconta di un mercato «dinamico» e con prospettive positive. L’analisi dei primi dati dei bilanci delle associate del 2022 - che saranno resi noti nella seconda metà del mese -, fa stimare un giro d’affari con una crescita vicina alle 2 cifre, intorno a 15 miliardi di euro. Cresce il giro d’affari e crescono anche gli addetti diretti che sono arrivati a 15mila nelle 2.500 filiali sparse per l’Italia. I servizi stanno dando tutti ritorni positivi, dalla somministrazione, alla ricerca e selezione, fino alla formazione, con «i servizi che sempre più dall’essere accessori diventeranno essenziali: formazione, politiche attive, assesment, consulenza organizzativa, outsourcing», spiega Baroni.
Le stime, però, non fanno dimenticare il contesto che non è facile, sia sul fronte congiunturale che su quello normativo. «È evidente che l’incertezza regna e regnerà sovrana anche nel medio termine. Tuttavia, il sistema produttivo della nostra Italia ha dimostrato di avere le caratteristiche per continuare a competere e crescere anche e soprattutto grazie al valore e alla qualità del nostro capitale umano, per cui sono abbastanza ottimista sull’outlook dei prossimi mesi», continua Baroni. Ad oggi, gli ultimi dati dicono che ogni mese oltre 500mila persone lavorano tramite agenzia con un contratto di somministrazione, un quarto delle quali a tempo indeterminato.
Scendendo nell’ambito normativo, dopo i primi 100 giorni del nuovo Governo, ieri gli associati sono apparsi allineati sul fatto che i primi provvedimenti in tema di lavoro sembrano andare nella giusta direzione. «Apprezziamo in particolare l’apertura a una semplificazione per l’uso del contratto a termine e quindi per la somministrazione a tempo determinato, superando vincoli che non giovano a nessuno - sottolinea Baroni -. Contestualmente, il limite per le missioni presso la stessa azienda in capo ai lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie per il lavoro ha in passato introdotto un problema che non c’era e a tratti surreale. Parliamo di oltre 120mila lavoratori». In generale le società del settore sembrano rassicurate dal fatto che «chi guida il Ministero del Lavoro, Marina Calderone, conosce profondamente la complessità, le criticità e le esigenze del settore e quanto emerso finora è un buon viatico anche sul piano del metodo e della valorizzazione del ruolo dei corpi intermedi. Come Assolavoro, naturalmente, noi confermiamo la piena disponibilità a collaborare attivamente», dice Baroni.
Tra gli obiettivi del mandato del nuovo presidente c’è innanzitutto «il posizionamento sia da un punto di vista qualitativo, sia quantitativo. La percezione del nostro ruolo deve passare da intermediari ad abilitatori di conoscenze, competenze, formazione, welfare, soluzioni di servizio integrate, specializzazione». Il focus sulle competenze - nell’ultimo anno sono state formate con risorse private oltre 300mila persone - sarà sempre più essenziale tanto più «nell’anno europeo dedicato a questa leva importante per la competitività e tenuto conto delle enormi opportunità che si presentano con il Pnrr». Certamente il settore ha molte potenzialità, dato che il tasso di penetrazione nel mercato del lavoro, pur essendo cresciuto di anno in anno, è poco sopra il 2,3% degli occupati totali, e quasi il 17% degli occupati alle dipendenze a tempo determinato. Per questo, però, sostiene Baroni, «è necessario continuare a sviluppare le condizioni per la nostra crescita facendo leva sulla nostra capacità di fare la differenza fra flessibilità buona e flessibilità cattiva».