Rapporti di lavoro

Decreto lavoro, soluzione in vista su disabili e smart working fragili nella Pa

Con 40 milioni evitato il taglio all’assegno. Cambia la scala di equivalenza

di Claudio Tucci

Il governo trova nuove risorse ed è pronto a sbloccare gli ultimi nodi sul decreto Lavoro, che oggi arriva in Aula in Senato. Con una quarantina di milioni si evita il taglio di fondi ai disabili, confermando l’estensione dell’Assegno di inclusione (la nuova misura che dal 2024 prenderà il posto del Rdc) ai componenti svantaggiati inseriti in programmi di cura e assistenza. La soluzione è la rimodulazione della scala d’equivalenza con il ripristino del valore previsto dal Dl 1° maggio per i minori con disabilità o non autosufficienti (pari a 0,5) e l’introduzione di un ulteriore incremento di 0,2 punti per ciascun altro componente adulto, come detto, in condizione di grave disagio bio-psico-sociale inserito in programmi di cura e assistenza certificati dalla pubblica amministrazione. Viaggia verso una soluzione anche la questione smart working per i fragili della Pa: la normativa di miglior favore in scadenza al 30 giugno sarà prorogata fino al 30 settembre. Nel privato resta confermata la proroga fino a fine anno sia per i lavoratori fragili sia per i genitori con figli under14. Il semaforo verde dovrebbe poi accendersi anche per una nuova modifica al contratto di espansione per estenderne l’operatività. Queste novità saranno esaminate oggi dall’Aula del Senato. Il via libera finale al provvedimento potrebbe arrivare già domani in serata, al massimo giovedì. «Sono soddisfatta del lavoro svolto in commissione Affari sociali - ha detto la relatrice al Dl 48, Paola Mancini (Fdi) -. Abbiamo ascoltato tutti, governo, ministeri, parlamentari, parti sociali e il provvedimento esce da Palazzo Madama migliorato».

Sui contratti a termine, d’ora in avanti, anche i rinnovi, e non solo le proroghe, saranno senza causali fino a 12 mesi. Novità anche per la somministrazione, con l’abolizione dei limiti quantitativi (20%) attualmente previsti per il personale in apprendistato e anche di quelli per le assunzioni dei lavoratori in mobilità, disoccupati o svantaggiati. I fringe benefit restano esentasse fino a 3mila euro per i lavoratori con figli, ma su queste somme non si pagano tasse e contributi.

In tema di Assegno di inclusione si prevede che in caso di nuclei familiari con figli under-14 l’obbligo di accettare il contratto (anche a termine) scatta solo entro una distanza lavoro-domicilio di 80 Km o entro un limite temporale di 120 minuti con i mezzi di trasporto pubblico. Per quanto riguarda il solo lavoro a tempo (anche in somministrazione) per cui era già previsto il limite degli 80 Km è stato aggiunto anche il limite orario di 120 minuti con i mezzi pubblici.

Nel provvedimento è entrata inoltre una modifica che consente a commercianti, artigiani, lavoratori agricoli e professionisti iscritti alla gestione separata Inps di ricostruire la propria posizione contributiva di fatto decurtata di quei contributi oggetto dello stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro affidate all’ex Equitalia dal 2000 al 2015. In attesa delle istruzioni che dovrà diramare l’Inps è certo che le somme dovute dovranno essere versate entro il 2023 in unica soluzione o anche a rate.

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