Rapporti di lavoro

Il commercialista si specializza in agricoltura e made in Italy

di Francesco Nariello

Acquisire competenze specifiche per affiancare le imprese del comparto agricolo e agroalimentare, con particolare attenzione agli operatori del made in Italy: un settore dinamico e propenso all’innovazione, che si scontra - però - con problematiche fiscali, gestionali e organizzative difficili da superare. E con il rischio di non riuscire a cogliere le opportunità a disposizione, in termini di agevolazioni, incentivi, cofinanziamenti, accesso a nuovi mercati.

È questo il profilo di offerta professionale su cui puntano i commercialisti che scelgono di specializzarsi nelle tematiche connesse all’agricoltura e al food, proponendo servizi mirati: dall’assistenza fiscale per il regime tipico delle attività agricole alle opportunità di finanziamento per i distretti rurali, dalla gestione di adempimenti come la fatturazione elettronica alla disciplina di forme aggregative come i contratti di filiera, fino ai temi legati all’internazionalizzazione.

«Il segmento agroalimentare richiede sempre di più studi specializzati - afferma Giuseppe Laurino, componente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) con delega alle attività d’impresa -. Le caratteristiche peculiari del settore, reclamano competenze approfondite da parte dei professionisti, che possono acquisirle attraverso percorsi di formazione individuali e mirati.

Quello delle imprese agricole è un regime fiscale a se stante». Basti pensare che alla produzione, trasformazione e vendita dei prodotti agro-zootecnici «si applica - prosegue Laurino - una imposizione diversa a seconda che le attività siano limitate allo sfruttamento delle potenzialità del terreno - nel qual caso si parla di reddito agrario, determinato col sistema catastale - o le eccedano», seguendo regole ordinarie.

Ampia offerta

Il ventaglio di servizi che, nel concreto, un commercialista “agricolo” può offrire ai propri clienti è molto ampio. Per fare qualche esempio concreto: un professionista può occuparsi della riduzione accise per i carburanti e della tassazione agevolata nell’acquisto di terreni ai fini delle imposte ipotecarie e catastali; ma anche degli esoneri da adempimenti fiscali e delI’Iva forfettaria per imprenditori agricoli con volume d’affari non superiore a 7mila euro. Oppure, ancora, della partita dei finanziamenti nazionali e comunitari dedicati ai distretti rurali.

La specializzazione in ambito agroalimentare - insieme ad altri settori “chiave” come moda&design, turismo, cultura - è uno dei pilastri del progetto per il cluster “Made in Italy” promosso dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. L’obiettivo è creare una rete di professionisti che conosca la specificità del settore, per offrire una “consulenza perfetta” alle imprese dell’eccellenza italiana.

Previsti, in prospettiva, percorsi formativi ad hoc, anche attraverso le scuole di alta formazione del Cndcec. A tale riguardo, lo stesso Laurino denuncia, ancora una volta, «il ritardo nell'approvazione del decreto di riconoscimento dei cluster, che sta rallentando la crescita in settori ad alto potenziale».

Una chance per i giovani

L'opportunità di intraprendere un percorso di specializzazione può interessare in modo particolare i giovani professionisti, che puntano ad ampliare la propria clientela. Il settore agricolo - conferma Daniele Virgillito, presidente Ungdcec (Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili), l’associazione che riunisce gli under 45 della categoria - «è uno di quelli in cui c'è maggiore richiesta, con le imprese che ricorrono a consulenze specializzate per districarsi nel groviglio normativo-fiscale che le attanaglia».

Non mancano problematiche operative, come, aggiunge Virgillito, «la complessità della disciplina fiscale delle forme aggregative, in particolare relativa a formule più recenti come il contratto di rete o di filiera, il regime speciale di cui le aziende del settore godono per l'Iva e i rapporti con l’estero».

Tra i temi sui quali i commercialisti specializzati possono dare un contributo immediato, ricorda Virgillito, «c'è l'introduzione dell'obbligo di fatturazione elettronica da domani. Qui, alle normali difficoltà di adeguamento, si sommano i “nodi” connessi alla specifica disciplina in ambito agricolo, soprattutto per la declinazione dell’obbligo sul fronte del sistema delle cooperative».

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