Enel, sede smart e snella Progetto per 10mila persone
Il ripensamento dello spazio è un crescendo di studi, esperimenti, progetti tuttora in corso, in una grande organizzazione come Enel che ha oltre 31mila addetti in Italia. Tutto è cominciato dalle indagini di clima e da una profonda riflessione sul work life balance. Quale risposta dare ai lavoratori che evidenziavano la necessità di ritagliarsi tempi più adeguati? Si è seguita la via dello smart working, introdotto in via sperimentale per 700 lavoratori. Poi lo scorso anno c’è stato un ampliamento del potenziale bacino a 8.500 persone: hanno risposto in 7mila. La metà oggi usufruisce dello strumento in maniera regolare quattro giorni al mese. Visto il ritorno dell’iniziativa il potenziale bacino adesso potrebbe arrivare a 10mila persone.
Il secondo passo del lavoro in sede diversa da quella tradizionale è stata la revisione degli spazi, dopo che il gruppo, attraverso varie analisi statistiche, si è reso conto che le persone molto spesso lavorano fuori sede e usano la scrivania per una parte limitata del loro tempo. Il resto viene impiegato per riunioni, progetti in team o presso i clienti. Una tradizionale organizzazione dello spazio non risulta quindi più funzionale al metodo di lavoro che ha preso il sopravvento. Le scrivanie tradizionali e tradizionalmente disposte lasciavano troppo poco spazio per le aree dedicate a lavoro individuale o in team. Quindi è stata scelta una sede pilota, quella in viale di Tor di Quinto, che è stata ripensata secondo le logiche dello smart office (in parte già presenti anche in tutte le altre sedi) e dove sono stati introdotti anche arredi funzionali alle nuove esigenze. Così le scrivanie, per introdurre un primo esempio, sono ad altezza modulabile. Possono essere manovrate con un interruttore attraverso il quale raggiungono l’altezza ideale per lavorare da seduti o da in piedi a seconda del momento di lavoro. Se si sta visionando un progetto in team e nello stesso tempo si devono proiettare dei power point o trascrivere appunti al computer sarà più comodo lavorare in piedi, se invece ci si sta concentrando per scrivere un report sarà più comodo lavorare da seduti. Inoltre ogni lavoratore ha un’altezza e caratteristiche diverse a cui la scrivania mobile potrà adattarsi garantendo così una corretta posizione quando si lavora.
Capi o no, nessuno ha un proprio spazio e, a seconda del lavoro da svolgere, si prenota quello necessario. A meno di esigenze particolari si sta tutti nell’open space o negli spazi multifunzionali. Come le piccole sale riunioni la cui dimensione cambia a seconda del tipo di riunione e delle persone che devono essere accolte o il il bar che è un punto di ristoro ma anche un luogo di aggregazione per fare riunioni. E visto che Enel ha una vision molto precisa sui temi dell’energia e della sostenibilità il primo luogo dove questa viene applicata è proprio la sede di lavoro. Quando una sala riunioni non è “abitata” e i rilevatori non riconoscono presenze, si spengono le luci e riscaldamento e raffrescamento. Gli spazi poi possono cambiare. Non necessariamente nascono con una specificità che resta fissa. Il punto di partenza è che gli spazi devono risultare funzionali, più luminosi, puliti, ordinati e modulabili. È così che sono state introdotte quelle che all’Enel chiamano le “cassette della frutta” ossia sedute in legno che possono essere disposte per creare un anfiteatro in caso di incontri con molte persone o disposte a piccoli gruppi in caso di lavori con team di 3 o 4 persone. Lo spazio è molto più fluido e questa sua fluidità consente anche la sua apertura ad attività diverse. Nella sede di viale Regina Margherita lo spazio dedicato all’asilo, fuori dall’orario dedicato ai bambini, grazie agli arredi modulabili, viene utilizzato anche per corsi dedicati al benessere psicofisico come possono essere corsi di yoga o pilates o conferenze su autostima e autodifesa. Gli spazi prendono forma, ma in base alle reali esigenze lavorative e di benessere organizzativo.