Contenzioso

La mediazione può offrire nuovo lavoro

di Bianca Lucia Mazzei

Quando la mediazione è diventata obbligatoria (il debutto risale al 2010 ma la normativa attuale è in vigore dal settembre 2013) molti professionisti hanno puntato sulle opportunità lavorative che la definizione non giudiziale delle controversie poteva offrire. Le aspettative erano alte poiché si trattava di un nuovo mercato interessante non solo per agli avvocati ma anche per commercialisti, notai, consulenti del lavoro, psicologi, medici e così via. Previa formazione, l’attività di mediatore può essere svolta da tutti i laureati (basta il titolo triennale) e da chi è iscritto ad Albi o Collegi professionali (come geometri o ragionieri). La formazione non è, invece, obbligatoria per gli avvocati.

In questi quattro anni molte attese sono andate però deluse e il numero degli organismi di conciliazione (i soggetti cui i mediatori devo aderire) è sceso di quasi il 40%, passando dai 986 di fine 2013 ai 609 censiti dal ministero della Giustizia al 31 marzo 2018. Ma questo non vuol dire che la mediazione non rappresenti una chance professionale e lavorativa. Anche perché i risultati non sono da poco: risoluzione veloce delle liti (in media 139 giorni), riduzione dei costi e alleggerimento dei tribunali.

Il calo degli organismi

La diminuzione degli organismi di conciliazione ha riguardato soprattutto quelli costituiti da Ordini professionali diversi dagli avvocati (- 47%) e organismi privati (-45%). «All’inizio ci avevamo creduto moltissimo - dice Mario Civetta, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Roma - ma è stato un flop. Il nostro organismo ha poche decine di richieste l’anno. Lo teniamo in vita, ma non c’è alcun ritorno economico».

La mediazione obbligatoria, prevista dal Dl 69/2013 come condizione di procedibilità della domanda giudiziaria, stenta infatti a decollare. Ancora oggi, il 46,4% degli incontri preliminari in cui il mediatore spiega la procedura e i contendenti devono decidere se avviarla o tornare in tribunale, “fallisce” perché una delle parti non vi partecipa , nonostante l’obbligo e il rischio di essere sanzionati dal giudice: c’è però un miglioramento, visto che nel 2014 la percentuale era del 56,7. In molti casi, inoltre, questo passaggio chiave è diventato solo un adempimento burocratico.

Ma per i mediatori, la remunerazione scatta solo se la procedura parte davvero, perché l’incontro preliminare è gratuito (c’è solo un rimborso spese). «C’è stato un boom di organismi - dice l’avvocato Guglielmo Borelli, presidente del Coordinamento della conciliazione forense- ma la mediazione è un istituto complesso che richiede qualità». «Il flusso di domande non è stato sufficiente - aggiunge Avio Giacovelli, vicepresidente dell’Ordine degli avvocati di Monza ed ex presidente della Camera arbitrale - oltre al fatto che la mediazione obbligatoria è legata al contenzioso e quindi il ruolo dell’avvocato è fondamentale». Un tasto dolente: «Gli Ordini e il Consiglio nazionale forense - continua Giacovelli - hanno fatto molto, ma gran parte degli avvocati, anche giovani, ancora non ci crede».

Le chance

Nonostante le difficoltà, la mediazione continua a essere un’opportunità: «permette di fidelizzare il cliente e la remunerazione può superare quelle di una causa», conclude Giacovelli. Quando la mediazione parte davvero (ossia se si va oltre il primo incontro) il tasso di successo raggiunge infatti il 43,7%. «L’effetto deflattivo c’è, poiché grazie alla mediazione il contenzioso è sensibilmente diminuito», aggiunge Leonardo D’Urso, esperto scientifico del Cepej e cofondatore di Adr center, importante organismo privato di mediazione che, solo a Roma, segue 2mila istanze l’anno.

A Milano, il tribunale e l’Ordine degli avvocati hanno deciso di puntare sulla mediazione familiare (utilizzata solo dal 10-15% dei genitori separati) con l’obiettivo di ridurre gli effetti dei conflitti genitoriali sui figli. Un’aula della sezione famiglia è stata trasformata in spazio informativo dove genitori, avvocati e consulenti possono ottenere un primo orientamento.

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