Rapporti di lavoro

Decreto flussi: più spazio ai lavoratori extra Ue e iter semplificato per gli stagionali

Il Dpcm 29 dicembre 2022, pubblicato il 26 gennaio, ha aumentato del 18,6% il numero di cittadini extra Ue che possono venire a lavorare in Italia, portandolo a 82.705. L’incremento maggiore (+50,5%) riguarda i lavoratori subordinati non stagionali (38.705) che potranno essere impiegati da una platea più ampia di imprese

di Bianca Lucia Mazzei e Valentina Melis

Più spazio ai lavoratori extra Ue e procedure semplificate per gli ingressi degli stagionali destinati ad agricoltura e turismo dal decreto flussi 2022: per i lavoratori “a tempo” non è necessario verificare la indisponibilità di profili già presenti in Italia.

Il Dpcm 29 dicembre 2022, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 gennaio, ha aumentato del 18,6% il numero di cittadini extra Ue che possono venire a lavorare in Italia, portandolo a 82.705, contro i 69.700 del decreto 2021 e dopo sei anni in cui si era rimasti fermi a 30.850 (dal 2015 al 2020). L’incremento maggiore (+50,5%) riguarda i lavoratori subordinati non stagionali (38.705) che potranno inoltre essere impiegati da una platea più ampia di imprese. Ai settori già previsti l’anno scorso (turistico-alberghiero, autotrasporto per conto terzi, ed edilizia) il decreto flussi 2022 ha infatti aggiunto la meccanica, le telecomunicazioni, l’alimentare e la cantieristica navale (non il settore domestico), per far fronte a una carenza di manodopera che riguarda sempre di più l’attività subordinata in un ampio ventaglio di settori.

Il risultato è un complessivo allargamento delle possibilità di assumere lavoratori extra Ue che, quest’anno, beneficerà anche delle semplificazioni procedurali introdotte dal Dl 73, varato a giugno 2022 dal Governo Draghi per velocizzare i tempi burocratici che avevano fortemente ritardato gli arrivi (si veda il Sole 24 Ore del 25 luglio 2022).

La verifica sugli “italiani”

Il decreto flussi 2022 condiziona le richieste di lavoratori extra Ue alla verifica dell’indisponibilità di profili analoghi già presenti sul territorio italiano, ma solo per quanto riguarda i lavoratori subordinati, poiché gli stagionali destinati ad agricoltura e turismo (44mila) sono invece esclusi (lo precisa la circolare interministeriale del 30 gennaio). Questa verifica è prevista in realtà dal Testo unico sull’immigrazione (Dlgs 286/1998), ma finora è stata effettuata in maniera telematica fra gli sportelli unici per l’immigrazione e i centri per l’impiego (come previsto dal Dpr 394/1999). Quest’anno, data la previsione esplicita di una procedura a carico dei datori, chi vuole “chiamare” lavoratori extra Ue deve verificare l’indisponibilità di lavoratori in Italia al più presto, in modo da essere pronto per il click day del 27 marzo, data di invio delle domande.

Per verificare l’indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio nazionale, i datori devono presentare una richiesta di personale al centro per l’impiego competente per territorio: l’Anpal ha già pubblicato il modulo. Bisogna indicare qualifica, mansioni, requisiti, luogo e orario di lavoro, tipologia di contratto e retribuzione. L’indisponibilità di lavoratori va autocertificata e scatta se il centro per l’impiego non risponde entro 15 giorni, se il lavoratore non si rivela idoneo o non si presenta al colloquio entro 20 giorni dalla richiesta di personale dal datore di lavoro al centro per l’impiego.

«È un passaggio in più ma non cambia molto», dice Massimiliano Musmeci, direttore generale dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance). «Andrebbe, invece, studiato - aggiunge - un sistema più dinamico che permettesse una gestione continua dei flussi. È molto positiva la previsione di mille ingressi per chi si forma all’estero. Stiamo pensando di attivarci in questa direzione».

Mette l’accento sulla necessità di lavoratori formati anche Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria: «Per lavorare nel turismo - spiega - bisogna avere determinate competenze, a partire dalla conoscenza dell’italiano».

Le semplificazioni

Il decreto flussi 2022 ha aumentato anche la quota di ingressi per stagionali in agricoltura riservata all’intermediazione delle associazioni di categoria (22mila). «Ci occupiamo di tutto - spiega Romano Magrini, responsabile lavoro e immigrazione di Coldiretti - dai controlli preventivi all’invio dell’istanza. Forse quest’anno, se non ci saranno intoppi, riusciremo a rispettare le scadenze previste».

In base alle semplificazioni introdotte dal Dl 73/2022, lo sportello unico deve rilasciare il nulla osta entro 30 giorni dalla domanda (prima erano 60) e il visto d’ingresso entro venti giorni (erano 30).

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