Dalla perdurante centralità dell'art. 2087 c.c. alla natura dell'obbligazione di sicurezza; dalla responsabilità penale in caso di infortunio sul lavoro/malattia professionale, all'azione di risarcimento del danno da reato e ai rapporti tra azione penale ed azione civile
Le problematiche della sicurezza e della salute di lavoratori e lavoratrici sono purtroppo di continua drammatica attualità e ai rischi tradizionali, che continuano a mietere vittime, se ne sono aggiunti di nuovi.
Il lavoro e i luoghi di lavoro sono soggetti a continui cambiamenti dovuti all'introduzione di nuovi processi lavorativi, tecnologie e sostanze; a modifiche della struttura della forza lavoro; a nuove forme di occupazione e organizzazione del lavoro. Questa situazione può comportare rischi e sfide di nuovo tipo che devono essere anticipati e affrontati per garantire la salute e la sicurezza di lavoratori e lavoratrici. Valutare correttamente questi rischi e individuare le strategie per affrontarli comporta una visione generale e non settoriale della sicurezza - separata dal contesto aziendale -, cioè quella della sicurezza come elemento coessenziale dell'organizzazione dei vari processi produttivi e risultato della loro qualità ed efficacia.
Tale orientamento è già presente nell'impostazione del TU 81/2008 che lo riferisce a modelli di organizzazione e produzione industriali dominanti in passato ma ora profondamente modificati dalla terziarizzazione, nonché dalla digitalizzazione dell'economia.
Per prevenire gli infortuni è decisivo, quindi, il rigoroso rispetto delle regole, comprese quelle più elementari, e prima ancora la promozione di una cultura della sicurezza diffusa e condivisa da tutti gli operatori. La maggior parte degli infortuni, infatti, è riconducibile a comportamenti umani scorretti che spesso si combinano a condizioni organizzative inadeguate, non condivise o non adeguatamente partecipate.
Nella consapevolezza delle varie e complesse sfaccettature delle tematiche relative alla sicurezza e alle tecniche di risarcimento del danno e considerata la vastità della problematica, sono stati individuati e saranno affrontati alcuni argomenti attualissimi e originali partendo dai pilastri fondamentali in materia: dalla perdurante centralità dell'art.2087 c.c., per la sua natura di norma di chiusura del sistema di sicurezza da coordinare con il sistema delineato dal D.P.R. 30.6.1965, n. 1124 T.U. sugli infortuni sul lavoro e malattie professionali, modificato dal d.lgs. 38/2000; dal d.lgs. 81/2008 e ss.mm., alla natura dell'obbligazione di sicurezza; dalla responsabilità penale in caso di infortunio sul lavoro/malattia professionale, all'azione di risarcimento del danno da reato e ai rapporti tra azione penale ed azione civile[1].
I cd. rischi psicosociali
Particolare attenzione sarà dedicata, inoltre, ai c.d. rischi psicosociali: tipologia alquanto eterogenea di situazioni che non solo sono legate ai caratteri del contesto lavorativo, in particolare a disfunzioni organizzative e di gestione, ma che, combinate con queste, incidono sulle condizioni soggettive delle persone e quindi variano a seconda della loro età, dello stato generale di salute, delle condizioni familiari, ecc.
Allo stress lavoro correlato - stato patologico da tempo riconosciuto dalla normativa internazionale e italiana che ne prescrive anche specifiche modalità di accertamento e di reazione - si sono aggiunte altre situazioni legate al contesto lavorativo, che incidono negativamente sullo stato di salute e sul benessere dei lavoratori: lo stress dovuto a uso intensivo delle tecnologie (technostress), la sindrome cosiddetta da burnout, presente specie fra lavoratori esposti a frequenti interazioni anche emotivamente coinvolgenti con i clienti, fino al mobbing, anch'esso causa di esaurimento.[2]
Il concetto di danno e la prevenzione del rischio
La sicurezza sul lavoro è fondamentale per garantire il benessere e la protezione di lavoratori e lavoratrici in ogni settore. Il concetto di "danno" è uno dei focus su cui si basa tutta la formazione sulla prevenzione del rischio. Il danno assume molte forme diverse: si riferisce a qualsiasi tipo di lesione fisica (malattia o danneggiamento materiale che un lavoratore o una lavoratrice può subire a causa di incidenti dovuti alle condizioni di lavoro), ma anche a "ferite" psicologiche o emotive. Gli eventi traumatici sul posto di lavoro, come incidenti gravi, situazioni di violenza o abuso verbale, possono causare stress, ansia, depressione e disturbi post-traumatici. Tutte queste ripercussioni hanno un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere complessivo di lavoratori e lavoratrici, influenzandone negativamente la capacità di svolgere le attività quotidiane e lavorative in modo efficace.
La prevenzione del danno è un obiettivo centrale della gestione della sicurezza sul lavoro. Le aziende sono tenute a implementare misure cautelative e adottare politiche e procedure che riducano al minimo i rischi per la salute. Ciò include l'identificazione e l'eliminazione dei potenziali pericoli, la fornitura di formazione adeguata sulla sicurezza e l'uso di attrezzature e dispositivi di protezione personali appropriati.
La prevenzione non riguarda solo la responsabilità delle aziende, ma coinvolge anche gli stessi lavoratori e lavoratrici. Solo attraverso sforzi congiunti, infatti, si può ridurre al minimo il rischio di danno e creare un ambiente lavorativo sicuro e protetto per tutti e tutte.
Con riferimento, poi, alle situazioni che generano "danno", l'attenzione sarà focalizzata anche su fattispecie meno note come il lavoro militare[3] e il danno pensionistico in conseguenza di infortunio o malattia professionale[4]; con riferimento alle varie tipologie di danno, invece, si affronterà la complessa problematica dei parametri di liquidazione del danno civilistico, la differenza con l'indennizzo previdenziale, il danno differenziale e la sottrazione per poste omogenee, la compensatio lucri cum damno, per richiamarne solo alcune[5].
Convegno nazionale AGI 2025 - Benvenuti a Cagliari 2025
di Giuliana Murino - Presidente AGI Sardegna