Previdenza

L’opzione donna e il rigore dei conti

di Matteo Prioschi


Ultima chiamata, ma forse no, per l’opzione donna, che consente alle lavoratrici di evitare i requisiti previsti dalla riforma previdenziale del 2011 andando in pensione con 57 o 58 anni (+3 mesi) di età e 35 di contributi.

Nonostante questa soluzione preveda il calcolo dell’assegno applicando il sistema contributivo all’intero montante previdenziale accumulato dalle interessate, sta riscuotendo un successo superiore alle previsioni della prima ora.

Introdotta nel 2004 con validità fino al 2015, l’opzione è stata apprezzata sempre più, in parallelo con l’aumento dei requisiti standard necessari per smettere di lavorare: dalle 56 pensioni liquidate nel 2009 si è passati a 518 nel 2010, 1.377 nel 2011, 5.646 nel 2012, 8.846 nel 2013 e 7.332 nei primi otto mesi del 2014. Evidentemente le donne fanno buon viso a cattivo gioco e preferiscono un taglio certo dell’assegno alla prospettiva di continuare a lavorare e incappare, magari, in un’altra riforma previdenziale con ulteriore innalzamento dei requisiti standard.

Quale effetto di una lettura economicamente rigorosa della norma, per accedere all’opzione si deve maturare la decorrenza della pensione entro il 2015 e non i requisiti, che, quale effetto delle finestre mobili, devono essere raggiunti 12-18 mesi prima. Da tempo le lavoratrici nutrono l’aspettativa di un “allentamento” che però non è giunto nemmeno in questi giorni, con il messaggio Inps 9231.

Per consentire di utilizzare l’opzione anche a chi matura i requisiti nel 2015 (e quindi andrà in pensione nel 2016-17) il ministero dell’Economia richiede la relativa copertura finanziaria, stimata, in difetto, in 554 milioni tra il 2014 e il 2019. Dopo quella data, invece, lo Stato inizierebbe a risparmiare perché le pensioni liquidate con il sistema contributivo saranno meno onerose del sistema misto.

Si pone quindi il problema se salvaguardare i già difficili conti nel breve periodo o trovare una seppur complicata copertura finanziaria nell’immediato e risparmiare in futuro. Dato che i termini per maturare i requisiti sono già scaduti o stanno scadendo, per non alimentare inutili aspettative sarebbe opportuno avere una risposta definitiva.

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