Il trasferimento del lavoratore costituisce un'espressione del potere organizzativo del datore di lavoro, ma incontra precisi limiti normativi e giurisprudenziali a tutela del dipendente. Muovendo da casi sollevati nel settore della grande distribuzione, si analizzano le condizioni di legittimità del trasferimento individuale, distinguendolo dalla trasferta, e chiarendo il ruolo delle esigenze tecniche, organizzative e produttive, nonché le possibili implicazioni rispetto ai diritti inviolabili del lavoratore. Si evidenziano altresì le differenze concettuali, gli effetti pratici, le tutele previste dalla legge e dalla contrattazione collettiva, nonché i possibili rimedi esperibili in caso di violazioni.
In un contesto economico in cui la mobilità interna del personale rappresenta uno strumento essenziale per il contenimento dei costi e la razionalizzazione delle risorse, il potere del datore di lavoro di trasferire i lavoratori da un'unità produttiva ad un'altra, solleva interrogativi rilevanti in termini di legittimità, proporzionalità e tutela. L'internazionalizzazione delle imprese, la digitalizzazione dei processi e le esigenze di flessibilità gestionale rendono, quindi, sempre più frequente...
I punti chiave
- Trasferta e trasferimento: distinzione concettuale e definizione normativa
- Presupposti legittimanti e limiti al potere datoriale
- Aspetti economici e fiscali delle indennità di trasferta e trasferimento
- Le categorie protette e le limitazioni al trasferimento
- La tutela del lavoratore e i rimedi contro il trasferimento illegittimo
- Esperienza concreta dei lavoratori e prassi organizzative
- Conclusioni