Nel decreto lavoro una deroga per 43mila maestre non laureate
In arrivo una via d’uscita per confermare le 43.600 maestre non laureate, con diploma delle magistrali conseguito prima del 2001-2002 a cui da settembre scatterà automaticamente un contratto a termine fino al 30 giugno 2019, mentre circa 7.500 maestre assunte con il contratto a tempo indeterminato saranno “retrocesse” a tempo determinato per lo stesso arco temporale.
Lo prevede un emendamento dei relatori, Giulio Centemero (Lega) e Davide Tripiedi (M5S) inserito in fase di conversione in legge del decreto 87 approvato ieri dalle commissioni riunite Lavoro e Finanze della Camera integrando la proroga di 120 giorni prevista dallo stesso Dl all’attuazione delle pronunce giudiziali che, pur riconoscendo valore abilitante al diploma conseguito ante 2001, hanno però escluso il loro inserimento d’ufficio nelle graduatorie ad esaurimento (presupposto per avere cattedra stabile ad inizio anno scolastico). L’obiettivo ripetuto più volte dal ministro Marco Bussetti è quello di salvaguardare la continuità didattica per tutta la durata dell’anno scolastico 2018/2019. Il ministero dell’Istruzione è autorizzato a bandire un concorso straordinario per la scuola dell’infanzia e della primaria, riservato ai laureati in corsi di scienze della formazione e, appunto, ai docenti in possesso di diploma magistrale con valore di abilitazione conseguito entro il 2001/2002. È stato accantonato l’emendamento della maggioranza per superare il limite dei 36 mesi di durata dei contratti a termine nella scuola; è in corso un supplemento di istruttoria anche per evitare un nuovo contenzioso con la Ue.
È stato approvato anche un emendamento del governo che inserisce nel Dl 87 la proroga dell e-fattura per i distributori di carburanti: in base al decreto legge 79/2018, è stato rinviato a gennaio 2019 (dal 1° luglio 2018) l’obbligo di fatturazione elettronica per la vendita di carburanti ai distributori. Ma il Dl 79 è stato approvato dal Senato rischia di non essere convertito da Montecitorio, di qui la decisione del governo di portare la norma nel Dl 87, facendo salvi gli effetti dal 1° luglio del decreto legge 79.
Un altro emendamento della maggioranza che sarà presentato oggi nelle commissioni riunite, come anticipato da Il Sole 24 ore di ieri, riguarda l’estensione di utilizzo del contatto di prestazione occasionale che ha sostituito i voucher, cancellati dal governo Gentiloni per evitare il referendum della Cgil: si amplia da 3 a 10 giorni il massimo di utilizzo per imprenditori agricoli, nel turismo (se viene applicato il Ccnl di settore), negli enti locali. Resta il divieto per chi ha più di 5 dipendenti nel settore agricolo dove il prestatore (pensionati, studenti under 25 anni, disoccupati e percettori di prestazioni integrative del salario o Rei) è tenuto ad autocertificare nella piattaforma informatica Inps la non iscrizione nell’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli. Mentre nel turismo il limite per l’utilzzo è esteso alle imprese fino a 10 dipendenti, se applicano il Ccnl. Il tema, come ha spiegato il viceministro all’Economia Laura Castelli sarà da questa mattina oggetto del confronto in commissione: «il governo - ha detto - rappresenterà quale è punto di caduta, anche dopo aver sentito il dibattito parlamentare».
Alle critiche mosse dagli imprenditori veneti sull’impianto “punitivo” del Dl, ieri ha riposto il vicepremier, Matteo Salvini, «Arriviamo fino alla fine e vediamo chi ha torto o ragione. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - è migliorarlo e garantire più lavoro, più diritti agli imprenditori ed ai lavoratori, non tornare indietro».
Ieri è arrivato il via libera anche all’emendamento Lega-M5S che prevede che le Regioni per il triennio 2019-2021 possano destinare quote (da definire in sede di Conferenza Stato Regioni) per rafforzare gli organici dei centri per l’impiego. Sulle delocalizzazioni un emendamento della maggioranza assegna le somme disponibili dalle sanzioni ad un capitolo ad hoc del bilancio statale per essere riassegnate al Fondo per finanziare contratti di sviluppo per la riconversione del sito in disuso (a causa della delocalizzaione), anche sostenendo l’acquisizione da parte degli ex dipendenti.
Oggi al centro dell’esame delle commissioni ci saranno i tre articoli più “caldi” che riguardano il lavoro, ovvero la stetta sui contratti a termine e sulla somministrazione e l’incremento dell’indennità minima e massima per i licenziamenti illegittimi.