Primo balzo per la formazione duale
La formazione “duale” inizia a muovere i primi passi anche in Italia: grazie alla sperimentazione dell’apprendistato “formativo”, sistematizzato nel 2015 dal Jobs act, si contano quasi 11mila contratti di primo livello firmati dalle imprese (ultimo dato, aprile 2017) e i ragazzi iscritti alla filiera dell’istruzione e formazione professionale sono cresciuti di 23mila nuove unità. Anche l’alternanza scuola-lavoro, resa obbligatoria due anni fa dalla riforma Renzi-Giannini, mostra qualche luce in più: nel 2016-2017 le aziende che hanno accolto studenti “on the job” sono salite a 131mila, con una crescita del 38% rispetto all’anno prima.
Certo, la strada è ancora lunga (in Germania, grazie alla formazione duale, il tasso di disoccupazione giovanile è inchiodato al 6,6%, da noi, seppur in calo, siamo al 34,7%); ma i numeri snocciolati ieri a Verona, all’avvio del Job&Orienta, dai ministeri del Lavoro e dell’Istruzione segnano comunque una iniziale inversione di tendenza. Anche l’apprendistato professionalizzante, il cosiddetto contratto “per imparare un mestiere”, nei primi 10 mesi del 2017 è tornato a crescere a doppia cifra un po’ in tutt’Italia (spicca il +24% registrato al Sud); e ormai si mantiene, ha reso noto il sottosegretario Luigi Bobba, in un range tra il 12 e il 15% di tutte le forme contrattuali, nella fascia d’età 15-29 anni. Con la legge di Bilancio in discussione in Parlamento poi la formazione duale nella Iefp è stata rifinanziata con 125 milioni di euro complessivi, ed è quindi stabilizzata. Toccherà adesso all’Anpal, guidata da Maurizio Del Conte, implementare l’esperienza con servizi e incentivi mirati per le imprese. «Il nostro sforzo per puntare su alternanza e apprendistato sta dando i suoi frutti – commenta il vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano, Giovanni Brugnoli –. Abbiamo bisogno di avvicinare i ragazzi al mondo produttivo, per sfornare le competenze che servono agli imprenditori, anche alla luce di Industria 4.0 e al fabbisogno di 272mila profili che abbiamo stimato nei prossimi cinque anni».
Il punto è che la situazione nei territori è a macchia di leopardo, complice anche la disomogeneità dei sistemi formativi nelle diverse regioni. Un esempio di ciò lo offre, per esempio, l’apprendistato formativo. Nel Nord Italia, Lombardia e Veneto in testa (rappresentate a Verona dagli assessori Valentina Aprea ed Elena Donazzan) lo strumento decolla: nei primi 10 mesi dell’anno si è registrato un incremento del 16% dei contratti. Laddove, invece, manca un’offerta formativa stabile e strutturata, cioè in gran parte del Centro e del Sud, l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale non manifesta significativi segnali di ripresa.
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di Studio Associato Paola Sanna e Luca Vichi