Previdenza

Non ancora operativo lo scambio elettronico di dati tra enti previdenziali europei

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di Pietro Gremigni

In attesa che si completi la realizzazione del programma per lo scambio elettronico dei dati tra enti previdenziali dei diversi paesi dell'Unione europea, nonché della Svizzera e dei paesi dell Spazio economico europeo (See), per accertare il diritto o meno alle prestazioni assistenziali dei cittadini che circolano da uno stato all'altro, l'Inps interagirà con le richieste inoltrate dalle altre istituzioni fornendo risposte utilizzando i formulari in essere.

Così si è espresso l'Inps con il messaggio 18 settembre 2018, numero 3408 nel quale l'istituto esplicita, con istruzioni interne ai propri operatori, le modalità con le quali darà corso alle richieste delle altre istituzioni competenti dei paesi Ue, il tutto nel rispetto dei principi di collaborazione, pragmatismo e flessibilità.

In risposta alle richieste da parte di istituzioni competenti, prive dei dati necessari per l'identificazione (data di nascita, nominativi incompleti o, per le donne, l'indicazione del cognome del marito - acquisito con il matrimonio – invece del cognome di nascita) dell'intestatario o dei suoi familiari, nonché con oggetto non chiaramente esplicitato, per le prestazioni interessate è indispensabile inviare all'istituzione estera una richiesta di ulteriori informazioni. A tal fine potranno essere adoperati i formulari orizzontali paper Sed (documenti elettronici strutturati) attualmente in uso.

Secondo gli orientamenti forniti dalla delibera della Commissione europea del 16 marzo 2017, a cui si ispira il messaggio dell'Inps, i trattamenti di disoccupazione, le prestazioni familiari, e le prestazioni in caso di malattia e maternità dovranno essere garantite anche nel periodo transitorio, in attesa che si completi la transizione al sistema di interscambio elettronico.

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