Rapporti di lavoro

Green pass al lavoro in Europa: parte l’Austria, altri si muovono

Germania e Romania stanno valutando di introdurre la certificazione anti-Covid in ambito lavorativo, mentre l’Olanda studia restrizioni nei confronti degli addetti non vaccinati

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di Giampiero Falasca e Valentina Melis

Il green pass sul lavoro avanza in Europa. Da oggi anche i lavoratori austriaci dovranno averlo, benché chi non sarà in grado di esibire la certificazione anti-Covid dovrà limitarsi solo a usare sempre la mascherina a partire dal 15 novembre. Anche Germania e Romania stanno valutando l’introduzione dell’obbligo di green pass in ambito lavorativo.

L’indagine curata da Dla Piper sulla disciplina dell’obbligo vaccinale e del green pass in Europa fa emergere una realtà molto variegata, da cui si possono trarre tuttavia alcune tendenze comuni. Manca un obbligo vaccinale generalizzato, ma in alcuni casi è utilizzato l’obbligo vaccinale “selettivo” per alcune specifiche categorie di lavoratori.

È è più diffuso l’obbligo di green pass (o di sistemi equivalenti), ma con ambiti molto differenti. Sono pochi i Paesi che lo richiedono per accedere al lavoro, ma diversi governi si stanno orientando per ampliare la portata di questo strumento, seguendo l’esempio dell’Italia che, attualmente, resta il Paese con la disciplina più rigorosa.

In Germania c’è l’obbligo di una certificazione che attesti l’avvenuta vaccinazione, l’effettuazione di un test con risultato negativo o l’avvenuta guarigione per partecipare a eventi o se si vuole accedere a bar o ristoranti, mentre non sussiste un obbligo generale di possedere un pass sanitario in ambito lavorativo. Tuttavia, nella maggior parte degli Stati il personale che lavora a contatto con soggetti vulnerabili - ad esempio dipendenti di ospedali e di case di cura - si sottopone regolarmente a test anti-Covid. In altri Stati il datore di lavoro può chiedere informazioni sull’avvenuta vaccinazione.

In Francia, in linea con quanto avviene in Italia, c’è l’obbligo di vaccino per alcune categorie: tutto il personale sanitario pubblico e privato, compreso quello amministrativo, e gli addetti al trasporto; il personale dei centri di salute e dei centri di informazione, screening e diagnosi gratuiti; i pompieri e i membri dell’esercito e dell’aviazione civile. Dal 15 settembre al 15 novembre 2021, nei casi di obbligo di possesso del pass sanitario, i lavoratori dipendenti pubblici e privati possono essere sospesi senza retribuzione.

La sospensione disposta dal datore di lavoro, è applicabile al dipendente pubblico una volta comunicata, e può essere estesa con la fruizione di giorni di ferie. La sospensione termina solo quando il lavoratore entra in possesso della certificazione.

Nel settore privato, quando il pass sanitario è obbligatorio, nel caso in cui un lavoratore dipendente non sia in grado di fornirlo, può fruire di alcuni giorni di ferie o permessi retribuiti o il datore di lavoro dispone immediatamente la sospensione del suo contratto. Alla fine del terzo giorno successivo alla sospensione è prevista una riunione per discutere le opzioni con il dipendente: fornire un pass sanitario valido, passare temporaneamente a un altro ruolo che non richieda il pass o al lavoro da remoto.

Per quanto riguarda le aziende del settore privato, dallo scorso mese di agosto possono essere tenuti a fornire il green pass i lavoratori francesi che operano a contatto con il pubblico in attività di svago, ristorazione, fiere, seminari, viaggi a lunga distanza con trasporto pubblico interregionale.

In Gran Bretagna l’obbligo vaccinale è richiesto per situazioni circoscritte (come l’accesso alle case di cura, anche per motivi di lavoro) e il green pass ha un utilizzo limitato a specifici eventi.

In Olanda, infine, si stanno studiando restrizioni nei confronti dei lavoratori non vaccinati, soprattutto per quelli che operano in ambito sanitario.

Discrezionalità alle aziende

C’è l’obbligo di vaccino per il personale sanitario e dell’esercito. Dal 9 agosto 2021 alcune categorie di aziende possono chiedere che i dipendenti siano vaccinati o abbiano un pass sanitario valido per accedere al lavoro. Dal 30 agosto 2021, i dipendenti possono essere tenuti a fornire un pass sanitario valido se lavorano in attività di svago, commerciali, ristorazione, fiere, seminari, trasporto pubblico interregionale. A oggi le istituzioni non stanno valutando di introdurre l’obbligo di green pass.

IL CONFRONTO

ITALIA

Obbligo di green pass per tutti i lavoratori

Fino al 31 dicembre 2021, l’obbligo di vaccino è previsto per chi esercita professioni sanitarie, per gli operatori sanitari e per chi lavora nelle case di riposo. Il green pass (che attesti stato di vaccinazione, tampone rapido negativo nelle precedenti 48 ore, o molecolare nelle precedenti 72, o avvenuta guarigione dal virus da non oltre sei mesi) è obbligatorio per accedere a luoghi di lavoro, mezzi di trasporto che effettuano lunghe tratte, bar, ristoranti ed eventi. Sono esclusi solo i soggetti esenti dalla campagna vaccinale.

AUSTRIA

Green pass da oggi (o mascherina)

Dal 1° novembre 2021 tutti i lavoratori devono avere una certificazione che attesti l’avvenuta vaccinazione anti Covid, l’esito negativo di un tampone o la guarigione da non più di sei mesi. Sono esentati solo i lavoratori che non interagiscono con altri soggetti (ad esempio i camionisti). Il datore deve verificare a campione il possesso della certificazione. Dal 15 novembre, i lavoratori senza pass dovranno indossare la mascherina per tutta la durata della prestazione.

FRANCIA

Discrezionalità alle aziende

C’è l’obbligo di vaccino per il personale sanitario e dell’esercito. Dal 9 agosto 2021 alcune categorie di aziende possono chiedere che i dipendenti siano vaccinati o abbiano un pass sanitario valido per accedere al lavoro. Dal 30 agosto 2021, i dipendenti possono essere tenuti a fornire un pass sanitario valido se lavorano in attività di svago, commerciali, ristorazione, fiere, seminari, trasporto pubblico interregionale. A oggi le istituzioni non stanno valutando di introdurre l’obbligo di green pass.

GERMANIA

Si valuta l’obbligo di pass sul lavoro

Non sussiste un obbligo generale in ambito lavorativo di possedere un pass sanitario. Nella maggior parte dei Land il personale che lavora a contatto con soggetti vulnerabili (ad esempio dipendenti di ospedali o di case di cura) si sottopone regolarmente a test. In altri Stati il datore di lavoro può chiedere informazioni sull’avvenuta vaccinazione. Attualmente le istituzioni stanno valutando di introdurre un obbligo di pass sanitario in ambito lavorativo.

REGNO UNITO

Obbligo di vaccino dall’11 novembre nelle Rsa

Obbligo di vaccino anti-Covid per chiunque acceda, non solo per motivi di lavoro, alle case di cura rientranti nella Care quality commission, dall’11 novembre 2021, esclusi i minori di 18 anni e coloro che svolgono le proprie mansioni all’esterno. In Galles, il pass può essere usato dai dipendenti per mostrare al loro datore di lavoro che sono vaccinati e non devono autoisolarsi se identificati come contatto di un positivo. Il datore di lavoro non può chiedere l’esibizione obbligatoria del pass sanitario.

OLANDA

Restrizioni allo studio

Le istituzioni stanno valutando di introdurre restrizioni nei confronti dei soggetti non vaccinati, in particolare per quelli che lavorano nel settore sanitario. Si stanno valutando restrizioni, in campo lavorativo, anche per coloro che non hanno un pass sanitario. È in vigore, in via temporanea, un testo di legge in base al quale la certificazione Covid non è richiesta a chi lavora presso luoghi o eventi in cui il pass è richiesto invece per l’accesso (ad esempio hotel, ristoranti, bar).

ROMANIA

Valutazioni in corso sul green pass al lavoro

Il pass sanitario è richiesto per accedere a uffici pubblici, alcune tipologie di aziende private, ristoranti, musei, cinema. Le istituzioni stanno valutando di introdurre l’obbligo di pass sanitario per i lavoratori dipendenti, in particolare del settore sanitario. In base all’attuale testo del progetto di legge sulla materia, potrebbero esserci sanzioni come la sospensione e il licenziamento in caso di mancato possesso del pass.

RUSSIA

Interventi a livello locale

I casi in cui c’è l’obbligo di vaccinazione sono stati stabiliti dalle autorità locali. In alcune realtà i dipendenti pubblici devono essere vaccinati, mentre in altre (Mosca) è richiesta la vaccinazione del 60% dei lavoratori dipendenti del privato che svolgono attività di assistenza diretta ai clienti. Per quanto riguarda l’uso del green pass nei luoghi di lavoro, non ci sono disposizioni a livello federale. Le autorità locali, tuttavia, stanno fornendo nuove direttive in virtù dell’aumento dei casi di Covid-19.

SLOVACCHIA

Nessun obbligo vaccinale né di green pass

Non esiste un obbligo vaccinale, nemmeno per limitate categorie di soggetti. Il possesso di un pass sanitario (certificazione di avvenuta vaccinazione, test rapido negativo, prova di avvenuta guarigione) è richiesto solo per accedere a determinate strutture. Attualmente le istituzioni non stanno valutando di introdurre l’obbligo di possedere un pass sanitario, né è previsto alcun obbligo per i lavoratori di avere un pass sanitario per accedere al luogo di lavoro.

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