Previdenza

Per l’Inps disavanzo a 7,5 miliardi

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di Davide Colombo

Quest’anno l’Inps dovrebbe chiudere il bilancio con un disavanzo di esercizio di 7,5 miliardi, mentre la gestione finanziaria si fermerebbe su un negativo di 5,4 miliardi, dovuto per una quota di oltre 3 miliardi ad accantonamenti per far fronte al rischio di mancati incassi sui crediti. Sono i numeri del preventivo 2018 approvato ieri dal Consiglio di indirizzo e vigilanza presieduto da Guglielmo Loy. Mai come in questo caso, tuttavia, i condizionali sono d’obbligo perché il preventivo non tiene ancora conto degli effetti dell’ultima legge di Bilancio.

Come si ricorderà (si veda il Sole 24 Ore del 29 ottobre), con la manovra il ministero dell’Economia ha cancellato 88,8 miliardi di debiti che l’Istituto aveva cumulato negli anni con le «anticipazioni» effettuate per finanziare una serie di prestazioni. Per effetto di quell’intervento quest’anno il patrimonio Inps verrà ricostituito su un valore di circa 59 miliardi (7,9 il negativo 2017) e una parte del disavanzo di gestione sarà ridotto.

L’istituto conterà su 227,3 miliardi di entrate contributive (+2,1% sul 2017); 346,9 miliardi di entrate per le attività caratteristiche (compresi i trasferimenti dal bilancio dello Stato per 108,3 miliardi) ed erogherà spese per prestazioni pensionistiche pari a 283,3 miliardi, che salgono a 352,3 miliardi se si considerano le altre prestazioni. Per effetto dei tagli lineari verranno invece girati allo Stato 743 milioni.

Il Civ ha sottolineato tre criticità che pesano sull’attività, accresciuta dalle nuove prestazioni affidate in gestione. La prima è sul personale: a gennaio i dipendenti erano 27.904 a fronte di un dotazione organica di 29.943 (-6,81%); le altre due sul contenzioso, giudicato troppo elevato, e la gestione del patrimonio immobiliare.

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