Adempimenti

«Rispondere alla crisi del lavoro, meno vincoli sui contratti a termine»

di Claudio Tucci

Il calo di 398mila occupati nei due mesi di marzo e aprile, vale a dire in piena emergenza sanitaria, «è dovuto essenzialmente alla caduta dei rapporti di lavoro temporanei (-272mila contratti a termine non rinnovati, ndr); per questo, nei prossimi tre mesi (fino al 30 agosto), è importante congelare le causali del decreto dignità anche per le nuove attivazioni, e non solo per le proroghe e i rinnovi». I 746mila inattivi in più in solo mese «ce li aspettavamo, visto che con l’Italia bloccata ragionevolmente si sono interrotte anche le azioni di ricerca di un impiego; ma non c’è dubbio, specie se questi numeri proseguiranno anche a maggio e giugno, che dobbiamo, e rapidamente, rivedere l’attuale sistema dei sussidi. Per essere chiari: la cassa integrazione va legata alla formazione obbligatoria, che oggi non si fa; e il reddito di cittadinanza va migliorato, se non decolla come strumento di politica attiva. Non possiamo incentivare l’inattività».

A parlare è Marco Leonardi, economista alla Statale di Milano, un passato nella cabina economica di palazzo Chigi, oggi consigliere del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. La fotografia diffusa mercoledì dall’Istat evidenzia un mercato del lavoro «in affanno, ma che sta resistendo - ha spiegato Leonardi -. I 398mila occupati in meno in due mesi, grazie al contributo degli ammortizzatori, rappresentano il 2% circa dell’occupazione complessiva, mente il Pil è in contrazione nel primo trimestre del 5,3%. In Francia, ad esempio, la situazione sta andando peggio, con una discesa del Pil, nello stesso periodo, più marcata, -5,8%; e considerate che non ci sono indicatori sulle variazioni mensili dell’occupazione a livello internazionale, che noi invece forniamo».

Le misure messe in campo dal governo, ha aggiunto Leonardi, «dimostrano di funzionare: la Cig, su cui abbiamo investito circa 20 miliardi nei due decreti, Marzo e Rilancio, sta sostenendo il lavoro dipendente, e i 600 euro agli autonomi per i mesi di marzo e aprile, a maggio si sale a mille, sono un sostegno al calo di redditi e fatturato subito da questa fetta importante di occupazione indipendente».

Certo, ci sono passi avanti da fare. «Sulla cassa integrazione - ha annunciato Leonardi - la necessità ora è reperire le risorse per consentire l’utilizzo delle ulteriori 9 settimane, tutte in fila, senza cioè intervalli temporali. Per questo motivo, auspichiamo che nell’iter parlamentare si spinga per togliere il riferimento al 1° settembre, e far sì che le imprese, che ne hanno bisogno, possano utilizzare di seguito le 5+4 settimane di ammortizzatore, anche in ragione del divieto di licenziamento che è stato prorogato fino al 17 agosto. L’Italia, poi, chiederà, come annunciato dal premier, Giuseppe Conte, i circa 20 miliardi di fondi Sure, che serviranno proprio a puntellare gli ammortizzatori sociali almeno fino a dicembre, in vista di una loro revisione complessiva annunciata dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. In vista del riordino della Cig, evidenzio la necessità di rendere obbligatoria la formazione; in quest’ottica, il contributo che paga l’impresa per attivare l’ammortizzatore potrebbe essere dirottato, anche tramite i fondi interprofessionali, a questa finalità».

Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, l’Inps ha fatto sapere di aver già erogato i 600 euro di aprile a circa 4 milioni di partite Iva e collaboratori non ordinisti; adesso arriveranno anche ai professionisti: «È stato registrato ieri alla Corte dei conti il decreto interministeriale Lavoro-Mef - ha detto Leonardi (si veda altro articolo in pagina) -. Ai circa 470mila beneficiari di marzo, i 600 euro relative al mese di aprile saranno erogati dalle rispettive Casse in automatico. Estendiamo, poi, la platea dei beneficiari ad altre decine di migliaia di professionisti, sempre sotto i 50mila euro di fatturato, visto che abbiamo tolto il vincolo dell’esclusiva iscrizione all’albo professionale. Solo per costoro, per ottenere i 600 euro di aprile, chiediamo la domanda, da inoltrare alla singola Cassa a partire dall’8 giugno».

Con l’avvio della Fase 2, ha proseguito Leonardi, la nostra preoccupazione è sostenere l’occupazione. Per questo, non va sottovalutato il crollo del lavoro a termine di questi mesi, specie se non ripartono turismo e trasporti. Con il decreto Rilancio, abbiamo congelato fino al 30 agosto le causali su rinnovi e proroghe, proprio per non far perdere opportunità di lavoro. Penso che si debba fare, anche qui, un passo avanti e sterilizzare le causali pure sulle nuove attivazioni di rapporti temporanei. Parlo da economista, in un quadro così difficile e viste le tante incertezze all’orizzonte per il mondo produttivo, dobbiamo riflettere sull’opportunità di rimuovere ogni ostacolo normativo alla ripresa. Per tale ragione, sarebbe auspicabile che, nell’iter parlamentare di conversione del dl Rilancio, si congelassero le causali, fino al 30 agosto, anche sui nuovi contratti a termine».

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