«Tutele da estendere a 3 milioni di lavoratori, noi siamo pronti»
La sentenza della Suprema Corte del 20 gennaio che riconosce la possibilità di applicare tutele rafforzate ai rider rappresenta, per l’Inail, la chiave di volta per estendere l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni a platee di lavoratori che vanno ben oltre la Gig economy. Lo spiega il nuovo presidente dell’Istituto, Franco Bettoni, in quest’intervista al Sole 24Ore. «Oggi Inail assicura circa 20,8 milioni di lavoratori, una platea che si è allargata di circa 500mila unità negli ultimi cinque anni. Ma ci sono almeno 3,7 milioni di lavoratori non coperti che meritano una tutela. Ora grazie a questa sentenza ci si può muovere per garantire a tutti i lavoratori una tutela prevista dalla Costituzione».
Presidente intanto questa settimana l'assicurazione Inail scatta anche per i rider. Quanti saranno?
Aspettiamo le comunicazioni da parte delle aziende di delivering che dovrebbero arrivare entro la fine di febbraio, stimiamo di partire da 10-20mila persone. Come sappiamo si tratta di lavoratori autonomi che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l’ausilio di biciclette o motorini attraverso piattaforme anche digitali e con una retribuzione convenzionale giornaliera di 48,74 euro.
In Europa è un caso pilota?
Sì, siamo tra i primi ad estendere questa tutela. Tanto è vero che la Commissione europea ci sta osservando con grande attenzione. Francia e Germania hanno introdotto profili simili ma non completi come il nostro: si va dall’indennizzo temporaneo alla rendita per i superstiti e l'assegno funerario, per non parlare delle cure integrative e riabilitative.
Lei però dice che la sentenza della Cassazione sui rider apre uno scenario ulteriore. Perché?
Oggi Inail può assicurare lavoratori dipendenti e collaboratori coordinati e continuativi perché quello è il limite previsto dal Testo Unico. La sentenza invece non guarda alla natura del rapporto contrattuale ma riconosce la possibilità di applicare tutele rafforzate anche per forme di lavoro di nuovo profilo, che si muovono in una terra di mezzo che va oltre il campo della subordinazione o dell’autonomia. È una svolta epocale, bastano a questo punto piccoli ritocchi a qualche articolo del Testo Unico e possiamo garantire un’assicurazione piena a tanti lavoratori che oggi non ce l’hanno.
Per esempio un padroncino che guida il Tir?
Se lo fa come artigiano è coperto altrimenti non lo è. Ora possiamo superare questa contraddizione. E lo stesso discorso vale per molte professioni in mono-committenza, per le partite Iva, i commercianti.
Fuori dalle tutele Inail ci sono anche le forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco.
Esatto. Si tratta di regimi speciali per i quali si è avviata una riflessione anche in sede politica per un’estensione della tutela obbligatoria sugli infortuni. Si tratta di quasi 177mila addetti delle sole Forze Armate, oltre 300mila della Polizia, 32mila dipendenti e 10mila volontari dei Vigili del Fuoco.
Inail è pronto dal punto di vista tecnico e finanziario a sostenere questa svolta se il legislatore vorrà fare il passo che lei auspica?
Siamo pronti a garantire una definizione dei profili tariffari in tempi certi e brevi per moltissime attività che si svolgono senza subordinazione. E dal punto di vista finanziario ricordo solo che chiudiamo con avanzi di bilancio costanti: quest’anno di “soli” 658 milioni in previsione rispetto al miliardo e 600 milioni dell’anno scorso ( ma questo è un dato di consuntivo!) per via del nuovo piano tariffario introdotto, che ha ridotto i costi per le imprese del 32% dei tassi medi. Ma potrei dire di più.
Dica.
Avanzo dopo avanzo abbiamo accantonato 32 miliardi alla Tesoreria dello Stato che hanno contribuito a compensare per anni il fabbisogno e salvaguardare il debito. Io oggi dico: definiamo la soglia di sicurezza dell’avanzo dell’Inail per la finanza pubblica e valutiamo la possibilità di alimentare con il resto un fondo per finanziare interventi capaci di migliorare le prestazioni ed i servizi a favore delle imprese e dei lavoratori.
A proposito di prestazioni sui finanziamenti a fondo perduto per gli investimenti sul fronte della sicurezza che cosa ci può anticipare sul click day di quest’anno?
Posso dire che metteremo in campo una dote non inferiore a quella dell’anno scorso. In dieci anni abbiamo finanziato piani di investimento per oltre 2,4 miliardi e Inail continuerà a farlo perché i dati ci dicono che investire in sicurezza significa investire per il Paese.
Vedi il grafico: Gli assicurati e gli esclusi