Contrattazione

Cuneo fiscale, mille euro per 4,5 milioni di lavoratori dipendenti

di Giorgio Pogliotti

La dote destinata al cuneo fiscale è salita da 2,5 a 3 miliardi per il 2020 e a circa 5,5miliardi per il 2021 (ma potrebbero diventare 6 miliardi se verranno introdotte le finestre per Quota 100 nel 2021, tema oggetto di uno scontro politico nella maggioranza): ciò consentirà di allargare la platea dei beneficiari oltre i 25mila euro di imponibile. Il vantaggio andrà anzitutto ai 4,5 milioni di lavoratori con redditi tra i 26.600 euro e 35mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi: avranno fino a circa 50 euro in più al mese (mille euro in più l’anno). Mentre ai 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8mila euro a 26.600 euro che già lo percepiscono, sarà confermato il bonus che vale fino a 960 euro annui - potrebbe essere rimodulato in una detrazione fiscale -, mentre dal taglio del cuneo il vantaggio per costoro sarà assai ridotto (circa 40-50 euro annui). Se si optasse per la detrazione Irpef, i redditi tra 8 e 15mila euro avrebbero un’imposta negativa, quindi è probabile che in questo caso il beneficio verrà riconosciuto sotto forma di assegno.

Queste sono le ultimissime simulazioni e considerazioni che stanno facendo i tecnici del Mef e del ministero del Lavoro, in vista della legge di Bilancio che conterrà solo le cifre da stanziare per il taglio del cuneo. Mentre le modalità attuative saranno contenute in un Ddl collegato alla legge di Bilancio che sarà approvato successivamente, comunque prima dell’avvio della misura previsto per luglio 2020. Ieri sul taglio del cuneo è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte che ha ammesso «siccome le risorse purtroppo non saranno così cospicue, lo faremo solo a favore dei lavoratori», come del resto hanno chiesto le parti sociali. «Le modalità tecniche per la distribuzione sono oggetto di un confronto con i sindacati - ha aggiunto il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta -, l’ipotesi è di allargare il limite reddituale per l'accesso al bonus degli 80 euro, andando un po’ più su dei 25mila euro annui».

Resta la fascia dei circa 4 milioni di incapienti: in questo caso sono due le ipotesi in campo. La prima prevede la loro esclusione, perchè il vantaggio economico sarebbe limitato solo a chi le tasse le paga. La seconda, invece, prevede anche per costoro il riconoscimento di un assegno di valore crescente fino, appunto, a 80 euro mensili. Dovrà essere fatto in modo graduale per incentivare l’emersione, ad esempio chi lavora 2 ore a settimana avrà riconosciuto un assegno di 20 euro, chi 3 ore di 30 euro, e così via. Peraltro, questa fascia già viene intercettata da misure di assistenza come il reddito di cittadinanza che andrebbero ricalibrate e coordinate con il nuovo strumento. È evidente che a seconda di quale decisione verrà presa, l’impatto del taglio del cuneo fiscale sarà più o meno alto per le altre platee di lavoratori. «C’è tempo - spiega l’economista Pd, Marco Leonardi - per sentire le parti sociali e politiche, prestando attenzione al fatto che le risorse non siano diluite in una platea troppo ampia, per avere un reale impatto sulle buste paga dei lavoratori».

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